domenica 16 settembre 2018

Grazie, Francesco, la Sicilia ti abbraccia

(pubblicato su: Il Punto Quotidiano)
             Accoglienza festosa e folle da concerto rock per la visita pastorale di papa Francesco in Sicilia il 15 settembre, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’assassinio di padre Pino Puglisi, già beato dal 2013, il prete ucciso con un colpo alla nuca dal sicario Salvatore Grigoli perché, con il suo costante impegno di promozione umana nel quartiere Brancaccio, impediva a “Cosa nostra” di controllare il territorio.
        “Siate uomini e donne d’amore e non d’onore” – ha esortato il papa durante la celebrazione eucaristica al Foro Italico di Palermo, dinanzi a centomila persone venute da ogni angolo della Sicilia ad ascoltarlo. Con tono più sommesso e accorato rispetto al grido pronunciato  da Giovanni Paolo II nel 1993 ad Agrigento, papa Francesco ha ripetuto l’invito ai ‘fratelli mafiosi’ a convertirsi, e a diventare uomini “di servizio e non di sopraffazione”, ribadendo l’assoluta inconciliabilità tra l’adesione al Vangelo e quella alla mafia.  
         Iniziata in mattinata a Piazza Armerina, cittadina nel cuore dell’isola e sede di una diocesi periferica che festeggia proprio quest’anno i suoi duecento anni di vita, la visita del pontefice a Palermo, dopo la celebrazione della messa, è continuata col pranzo nella struttura di accoglienza creata dal volontario Biagio Conte - fratel Biagio per i palermitani - il missionario laico che da decenni offre un tetto e un pasto a tutti i bisognosi della città. 
        Papa Francesco ha pranzato con 1500 persone: tra essi immigrati, senzatetto e alcuni detenuti che hanno avuto il permesso di lasciare per un giorno il carcere “Pagliarelli” per il privilegio di pranzare col papa. “Ho sbagliato – ha detto un detenuto a chi lo intervistava – ma si può cambiare nella vita, e stare qui e ascoltare il papa mi dà la forza di cambiare in meglio … “ Tutti, dal papa al barbone senzatetto, in un clima di autentica e gioiosa condivisione fraterna, hanno condiviso lo stesso menù: del riso, un po’ di cuscus, del pollo, un po’ di insalata e un bel cannolo, dolce tipico della pasticceria palermitana.
        Dopo pranzo, Francesco ha voluto fare una sorta di “pellegrinaggio” alla Parrocchia San Gaetano nel quartiere Brancaccio e alla casa popolare dove abitava don Pino Puglisi, che fu ucciso la sera del 15 settembre 1993 proprio sotto la sua abitazione, mentre stava rincasando. Nel luogo del martirio, è stata deposta una piccola corona di rose rosse.
      Successivamente il papa si è recato in Cattedrale dove ha incontrato i religiosi e il clero, invitandoli a fuggire la tentazione del carrierismo o della trasformazione in burocrati del sacro. Li ha poi esortati  a vigilare sulla religiosità popolare, per evitare assurdità come l’inchino della statua della Madonna o di un Santo di fronte alla casa di un boss mafioso, durante una Processione.
        Infine, in piazza Politeama, l’abbraccio festoso con i giovani, con parole che hanno toccato il loro cuore. Intanto il plauso alla Sicilia, da sempre luogo di incontro tra culture; poi l’invito a vivere relazioni autentiche, libere e liberanti, a essere appassionati e coerenti insieme; a “sporcarsi le mani, facendosi coinvolgere nelle relazioni e nei progetti esistenziali, pur rimanendo ancorati alle proprie radici, alla propria identità, ai propri valori, ma sempre aperti al dialogo e al confronto.
       Grazie, Francesco: perché, nonostante la stanchezza dei tuoi 81 anni e le caviglie doloranti, hai saputo far vibrare la speranza nei nostri cuori. I tuoi inviti a “non cedere alla logica del pessimismo”, a essere “albe di speranza”, a “sognare cose grandi” e a contrastare “la carestia d’amore” possano essere semi fecondi per la terra siciliana.
Maria D’Asaro 

3 commenti:

  1. Abbiamo letto, mia moglie ed io, con commozione e gratitudine questo accorato articolo.

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  2. @gian maria zavattaro: le vostre visite al blog sono a me particolarmente care. Grazie dell'apprezzamento. Saluti cordiali a lei e Rossana. Buona domenica.

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