martedì 14 luglio 2020

Il seme prezioso della parola

Vincent Van Gogh: Seminatore al tramonto (1888). Qui l'analisi del dipinto.
       (...) La domanda che ci rivolge il Vangelo di oggi è: che uso facciamo della parola? Che è santa, sin dall’origine. Talmente che il figlio di Dio viene definito anche “Verbo, parola eterna di amore”. 
       Che uso facciamo delle nostre parole? Montagne di parole per non dire, montagne di parole per nascondere, montagne di parole per offendere, montagne di parole per negare la vita, per nascondere la luce, per inebetirci, per renderci stupidi dietro a tante chiacchiere inutili, dannose, fuorvianti.
      E il Vangelo ci dice: “Ma sei in grado, vuoi scoprire la gioia di dire una parola che genera vita intorno a te, che porta respiro, che porta aria, che porta solarità, che porta voglia di andare avanti… "
(...) Vogliamo per davvero rimettere in discussione tutti questi meccanismi con cui noi ci nascondiamo a noi stessi, ricorrendo alle parole. E spesso non ce ne rendiamo neppure conto, non sempre è facile metterci a nudo per davvero, perché ci siamo nascosti a noi stessi, oltre che agli altri, e ci siamo detti bugie.
      Invece la parabola di Gesù è semplice: il seminatore esce, ci consegna la parola. Ci dice: Mi fai vedere come la fai fruttificare? Con la poesia, con l’arte, con la musica, col gesto che l’accompagna e la rende autentica e ne fa un tutt’uno con la tua vita. Non menti a te stesso o agli altri, stai cercando te stesso nella verità di questa parola che è un compito per la nostra vita..
      Quando nel Vangelo Giovanni ci dice: “E il verbo si è fatto carne ed abitò in mezzo a noi” è un invito a ciascuno di noi perché la parola del Signore possa diventare carne anche nella nostra vita. Non è un fatto riservato a Gesù. Al contrario, è un compito che vuole condividere con noi: far sì che la parola possa essere carne, corpo donato, vita condivisa, gioia sprigionata.
E adesso professiamo la nostra fede nella parola di Dio di cui ciascuno di noi è, in qualche modo, contenitore, terreno, è bella la metafora del terreno:  terreno chiamato a essere fertile per accogliere questo seme e fare nascere una spiga fiorita, per fare un pane gustoso, bello, pulito, fragrante, profumato.
Professiamo così la nostra fede. Impegnandoci a essere uditori, ascoltatori della parola e, soprattutto, facitori, realizzatori di questa parola. “Non chi dice Signore, Signore… ma chi fa la volontà del Padre mio… “: chi dà spazio a questa parola facendola diventare azione vitale e ricreativa della realtà.

(parte finale dell'omelia pronunciata da don Cosimo Scordato domenica 12 luglio 2020 nella chiesa di san Francesco Saverio a Palermo: eventuali errori o omissioni sono della scrivente, Maria D’Asaro, che si assume pertanto la responsabilità delle imprecisioni e manchevolezze della trascrizione)

4 commenti:

  1. Per me la parola è importante è in essenziale strumento di comunicazione utile per lanciare messaggi e denunciare li ingiustizie della società. Al contempo è anche un profondo veicolo d'amore e di vita di gioia e di speranza. Per tutte queste ragioni la parola va rispettata e mai abusata o usate a vanvera.

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    1. @Daniele: mi riconosco pienamente in quello che scrivi. Grazie.

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  2. Risposte
    1. @Simonetta: grazie della visita e del commento. Un abbraccio.

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