mercoledì 19 luglio 2023

Nino Lo Bello: l'ingegnere che faceva 'le cose giuste'...

 
Caro Ninuzzo,
                             con la diaspora della nostra comunità di san Saverio, non sapevo neppure che fossi ammalato. Così, a primo acchito, non ho capito perché, qualche giorno fa, mi sia trovata inserita in una chat chiamata Gruppo Lo Bello: “Cosa è questa novità?...” – mi sono chiesta, infastidita e  distratta. Al terzo sms, capisco: Anna aveva trovato un modo per comunicare in modo rapido alle tantissime persone che ti hanno stimato e voluto un gran bene la tua dipartita.
       Che mi/ci ha lasciato basiti, assai tristi. Senti cosa scrive un altro Nino, in una chat: “Carissimi, sto male, molto male ad apprendere che un altro amico fraterno, compagno per decenni di lotte ed iniziative per costruire un mondo migliore ci lascia. Prima Emanuele Villa adesso Nino. Una generazione a cui apparteniamo che non si limitava ad avere idee ma anche ad agire per realizzare il sogno di un cambiamento possibile. Persone care che avrebbero potuto dare ancora tanto per la realizzazione di questo sogno. Purtroppo la vita, la morte non l'hanno permesso....”
     Enzo S. tenta di consolarlo così: “Caro Nino, capisco il tuo dispiacere che è anche il mio. Con te, Nino Lo Bello, Emanuele ed altri, siamo stati protagonisti di quel movimento, Palermo Anno Uno, che seppe interpretare la svolta di evoluzione civile della nostra città negli anni seguenti alle stragi di mafia. Cerchiamo di sentire queste persone compresenti, anche se in forme diverse, nel cerchio che tutti ci unisce e ci fa incamminare, ancora oggi, verso il bene”.
     Il fatto è che in una Palermo grigia e collusa, colpita al cuore nel 1992 con le terribili stragi di Capaci e di via D’Amelio, una Palermo impermeabile da percorsi di trasformazione in senso civico, l'ingegnere Nino Lo Bello è stata un’anomalia felice.
   Ci siamo conosciuti più di 40 anni fa, all’inizio degli anni ’80, quando la Nato minacciava l’installazione dei missili Cruise a Comiso, in risposta agli SS20 del Patto di Varsavia. Facevamo parte entrambi di quell’arcipelago trasversale, pacifista e nonviolento, che studiava, faceva formazione, oltre che le marce e le manifestazioni con slogan quali “Al Patto di Varsavia e alla Nato non più un soldo né un soldato”.
    E siamo diventati amici: tu e Vittoria, la meravigliosa consorte con cui hai magnificamente condiviso tutto prima che fosse portata via dallo stesso tuo male impietoso, siete stati alle mie nozze, con Filippo di pochi mesi. Abbiamo trepidato per qualche problema di salute dei nostri bambini e voi, più grandi e più saggi, mi dicevate che era normale essere disperati per il pianto infinito dei pargoli. Ed era normale la voglia di strozzarli. “Ma - aggiungevi – solo la voglia… poi ci si contiene!”
Abbiamo condiviso giochi a carte a Natale e scampagnate fuori porta. E mille progetti per migliorare – noi stessi, Palermo e la Sicilia – in senso ecologista, nonviolento, antimafioso.
Mi ricordo che una volta ti sei un po' dispiaciuto perché a una riunione ti avevo invitato a essere più sintetico… Ma tu eri un fiume in piena: non ti si poteva fermare…
Potrei scrivere un libro su di noi. Ma preferisco dare parola agli amici di COMUNE-Info che ti hanno dedicato qui parole bellissime.
Palermo sarà più povera e più triste senza di te.
      Mi rendo conto che ti sto ricordando proprio in occasione di una data tragicamente importante: il giorno dell’eccidio di via D’Amelio, quando furono trucidati il giudice Paolo Borsellino, mentre, come ogni domenica, andava a trovare sua madre, assieme agli agenti di polizia Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Traina.
    A volte penso con tristezza che Palermo sia condannata a una sorta di perenne Venerdì Santo, senza la speranza di alcuna laica resurrezione.
    Ma so che tu, Emanuele Villa e Paolo Borsellino non sareste d’accordo. 
Ed è nel vostro ricordo, e per onorare le vostre magnifiche vite impegnate per il bene comune, che tutte le amiche e gli amici di buona volontà raccogliamo il testimone.

Maria

Nessun commento:

Posta un commento