“La patologia principale della vecchiaia è l’idea che ne abbiamo. Sono la nostra giovinezza e una cultura che deriva le sue idee dalla giovinezza che possono renderci morbosa la vecchiaia. Arrivati ai cinquanta o sessant’anni, è ora di incominciare un altro tipo di terapia: la terapia delle idee. (…)
T.S.Eliot ha scritto: «I vecchi dovrebbero essere esploratori»; per me questo significa: segui la curiosità, indaga idee importanti, rischia la trasgressione.
Secondo l’acuto filosofo spagnolo Josè Ortega y Gasset, l’idea di ‘indagine’ è l’equivalente più vicino a ciò che i greci intendevano con alètheia, l’attività della mente che ha dato il via a tutta la filosofia occidentale: «il tentativo… di porci in contatto con la nuda realtà…nascosta dietro il manto della falsità». Spesso la falsità indossa il manto di verità comunemente accettate (…). Una terapia delle idee potrebbe liberarci dalle convenzioni che impediscono alla nostra mente di compiere interessanti trasgressioni.
Per vedere la forza del carattere a distanza ravvicinata, dobbiamo lasciarci coinvolgere senza riserve negli eventi dell’invecchiare. E questo richiede, oltre che curiosità, anche coraggio. Per ‘coraggio’ intendo la forza di abbandonare le idee vecchie per abbandonarsi alle idee strane, attuando uno slittamento del significato e dell’importanza degli eventi che temiamo.
Intendo il coraggio di essere curiosi. La curiosità è una delle grandi pulsioni del genere umano e forse della vita animale in genere (…).
Per noi esseri umani, l’avventura ha luogo sempre più dentro la mente. Questo coraggio della mente, il grande filosofo Alfred North Whitehead lo ha chiamato ‘l’avventura delle idee’. «Il pensiero – scrive Whitehead – è una straordinaria modalità di eccitamento».
James Hillman, La forza del carattere (traduz. di Adriana Bottini), Adelphi, MI, 2018, pp.20-22
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