lunedì 3 luglio 2023

Biorestauro: batteri al servizio dell'Arte

      Palermo - Forse non tutti sanno che il nostro Paese detiene il primato assoluto di numero di siti iscritti nella Lista del patrimonio mondiale UNESCO: ben 58, infatti, i siti italiani riconosciuti “patrimonio dell'umanità”. Seconda nazione è la Cina con 56, terza la Germania con 51.
   Monumenti, palazzi storici, siti archeologici, come e più degli esseri umani, subiscono però le ingiurie del tempo e dell’inquinamento ambientale.
    I ricercatori dell’ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile – alla ricerca di solventi meno tossici per restituire alle opere d’arte la loro originaria bellezza, hanno pensato di chiedere aiuto ai batteri. È nato così il biorestauro: gli studiosi sono riusciti infatti a selezionare un gran numero di microorganismi non patogeni e li hanno allenati ad ‘ingoiare’ la patina di smog, idrocarburi e di altre sostanze che sporcano e invecchiano i beni artistici.
Il Centro Ricerche ENEA di Casaccia, 25 km a nord-ovest di Roma, inserito nel Microbial Resource Research Infrastructure - rete di centri europei per la salvaguardia della biodiversità microbica a fini di sostenibilità ambientale, sviluppo biotecnologico e crescita della bioeconomia – possiede oggi un considerevole archivio di microrganismi, con circa 1.500 tra batteri, funghi, alghe e virus. 
La raccolta si distingue per lo spettro di biodiversità dei contenuti e per le loro molteplici potenzialità applicative: dalla degradazione di contaminanti ambientali ai nuovi prodotti per il restauro sostenibile del patrimonio artistico, dalla salute delle piante all’agricoltura sostenibile in suoli aridi, dalla produzione di biomolecole per usi industriali, energetici e alimentari.
      Ecco le notizie fornite dalla giornalista Alessia Mari, in un servizio del Tg scientifico Leonardo: “I batteri vengono selezionati in natura, proprio negli ambienti ricchi degli inquinanti che si vogliono eliminare. Ad esempio, contro le patine di idrocarburi, i ricercatori hanno estratto dai terreni dell’ex polo siderurgico di Bagnoli batteri già abituati a nutrirsi di idrocarburi. Trasferiti in colture di laboratorio e inseriti in un gel che spinge il loro metabolismo a produrre più enzimi, i batteri vengono ‘affamati’ per almeno 24 ore, tenuti cioè a digiuno, e infine spalmati sull’opera da ripulire.
“Abbiamo in collezione almeno 900 ceppi diversi - ha affermato la dottoressa Chiara Alisi, microbiologa, ricercatrice del Laboratorio di Osservazioni e Misure per l’ambiente e il clima dell’ENEA, intervistata ai microfoni di Leonardo – Abbiamo lavorato, tra l’altro, per la rimozione di ossidi di ferro e di rame e per la rimozione di grassi di varia natura e idrocarburi.”
    Grazie ai preziosi batteri pulitori, tra le varie opere d’arte ripulite, hanno recuperato l’antico splendore le statue delle Cappelle medicee e gli affreschi delle logge della Casina Farnese a Roma.
“I dipinti murali delle logge della Casina Farnese erano coperte da uno strato molto spesso di caseina e gesso – ha aggiunto la dottoressa Alisi – Abbiamo quindi selezionato in laboratorio dei batteri per degradare la caseina. Ed è sempre un’emozione vedere questi batteri lavorare così bene: levi il gel che hai applicato e, dopo aver passato solo una spugna, trovi la superficie perfettamente pulita. Sembra davvero un miracolo…”
   Sì, quando la scienza è al servizio del bene e del bello, fa davvero miracoli…
Maria D'Asaro, 2 luglio 2023, il Punto Quotidiano

2 commenti:

  1. L'arte è un bene comune e va preservata, ogni nuova tecnica è una grande scoperta.

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  2. @Cavaliere: proprio così... buona giornata.

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