venerdì 19 gennaio 2024

Il fine non giustifica i mezzi...

Lettore: Perché non dovremmo raggiungere il nostro fine, che è buono, con qualsiasi mezzo, anche ricorrendo alla violenza? Dovrei forse star a pensare ai mezzi quando mi trovo un ladro in casa? Il mio dovere è di cacciarlo in qualsiasi modo. Perché dunque non dovremmo tentare di ottenere qualcosa usando la forza? E anche per conservare quello che avremo ottenuto dovremo liberarci dalla paura di usare la forza, nella misura in cui si renderà necessaria. Troverebbe ingiusto usare la forza per impedire a un bambino di buttarsi nel fuoco? In un modo o nell’altro, dobbiamo raggiungere il nostro fine.

Gandhi: Il suo ragionamento ha una sua plausibilità. Esso ha ingannato parecchie persone. Tempo fa ho sostenuto le stesse posizioni. Ma oggi penso di essere arrivato a posizioni migliori, e mi sforzerò di non deluderla.
   Esaminiamo innanzitutto l’affermazione secondo la quale noi avremmo il diritto di raggiungere il nostro fine usando la forza bruta perché gli inglesi raggiungono i propri fini usando tale mezzo. E’ perfettamente vero che gli inglesi usano la forza bruta e che per noi è possibile fare altrettanto, ma usando i loro stessi mezzi otterremo soltanto ciò che hanno ottenuto gli inglesi. E lei ammetterà che noi non vogliamo questo.
    La sua convinzione che non vi sia un rapporto tra mezzi e fini è un grave errore. A causa di tale errore anche uomini considerati religiosi hanno commesso gravi crimini.
Affermare ciò che lei afferma è come sostenere che si può ottenere una rosa piantando della gramigna. Se voglio attraversare l’oceano, posso farlo soltanto con una nave; e se pretendo di farlo con un carro sia io che il carro affonderemo immediatamente (…).
    I mezzi possono essere paragonati al seme, e il fine all’albero; tra i mezzi e il fine vi è lo stesso inviolabile rapporto che esiste tra il seme e l’albero.  Non è possibile che io raggiunga il fine ispiratomi dalla venerazione di Dio prostrandomi davanti a Satana. Se qualcuno dicesse: «Voglio venerare Dio; cosa importa che lo faccia usando i mezzi di Satana?» sarebbe giudicato un pazzo. Raccogliamo quello che seminiamo. (…)
    Se io voglio privarla del suo orologio, devo chiaramente battermi con lei; se voglio comprare il suo orologio, devo pagarlo; e se voglio farmelo regalare devo pregarla di farmene dono; e, a seconda del mezzo che ho impiegato, l’orologio è un oggetto rubato, è di mia proprietà o è un regalo,
Vediamo dunque che con tre mezzi differenti si ottengono tre risultati differenti. Insiste dunque ad affermare che i mezzi non hanno importanza?”
(continua...)

Gandhi: Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino, 1981, pagg.44,45

4 commenti:

  1. Sai che sono un fervente anti militarista, e disdegno l'esistenza di ogni arma a scopo di offesa verso un altro uomo eppure, questa risposta di Gandhi, la trovo insufficiente. Non credo che neanche il destinatario della risposta l'abbia trovata esaustiva. Ad esempio quell'opzione "devo chiaramente battermi con lei" non è un'opzione unica e inevitabile. La Russia rimane esempio eclatante. Sarebbero bastate sanzioni reali a far desistere la Russia. In realtà tutt'oggi si può andare in vacanza in Russia, gli atleti russi partecipano a tutte le manifestazioni, il gas russo riscalda serenamente le nostre case, il famoso taglia fuori che avrebbe fatto rivoltare un intero paese contro Putin, non c'è.

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    1. @Franco: caro Franco, ho postato solo una parte della riflessione di Gandhi, che è assai più articolata. Comprendo però che la 'traduzione' del principio gandhiano nella prassi dei rapporti tra gli Stati è ancora avveniristica... Buon tutto.

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  2. Gandhi mi procura brividi per ciò che è riuscito a capire e a mettere in pratica.

    Gandhi, dimostrazione che la forza di un singolo uomo può diventare la forza di un popolo intero.La forza non è nella violenza ma nella non violenza e a quest'ultima si giunge con una alta vicinanza spirituale alla alla Verità ,traducibile nel Dio Amore.

    Credo che Gandhi stesso, fosse il mezzo per lo stesso fine.
    Saluti

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    1. @Gentile 'Anonimo': grazie della visita e del commento.

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