martedì 9 gennaio 2024

A Gaza muore anche la nostra umanità...

Lucia Goracci
    Dal profilo FB della giornalista Lucia Goracci:

   "C’è una lettera di un collega, bellissima, chiama in causa un quotidiano che sarebbe ingiusto citare, anche se per lui inevitabile: ci lavorava e l’ha lasciato. Sarebbe ingiusto perché parla di noi tutti, parla dell’informazione italiana su Gaza. Da quando è pubblicata, ogni tanto devo tornare a rileggerla. Perché dà corpo, con lucida umiltà, ai pensieri che da tanto inseguono tanti di noi. Non tantissimi: non quanti avrei immaginato e desiderato che fossimo. Ma un certo numero di noi. 
    Questa lettera parla dell’informazione italiana su Gaza. Forse dovrei chiamarla l’assuefazione italiana su Gaza. Perché anche quelli che tra noi provano a fare la differenza, non la fanno. Il resto prevale. Prevale il racconto sanificato, di giornali e notiziari che sembrano stanze dello scirocco. Di qua l’autodifesa, di là l’ineluttabile contabilità della morte. Purché il conflitto non si estenda. Ma ogni giorno è Gaza stessa, un conflitto che si estende. 
    E allora, il racconto di quella guerra - se neanche riusciamo più ascoltare il suono delle nostre parole, ma ci culliamo nel loro rimestìo - non è solo, come dignitosamente Oriani scrive, “l’ultima misura della nostra tenuta etica”. Gaza - cosa che va ben oltre noi - sta misurando la tenuta stessa della nostra professione.
   La lettera di Oriani è un piccolo seme da irrorare."

Raffaele Oriani
Ed ecco la lettera del giornalista Raffaele Oriani:

     “Care colleghe e colleghi – ha scritto nella sua lettera alla redazione il collega Oriani- ci tengo a farvi sapere che a malincuore interrompo la mia collaborazione con il Venerdì. Collaboro con il newsmagazine di Repubblica ormai da dodici anni ed è sempre un grande onore vedere i propri articoli pubblicati su questo splendido settimanale.       Eppure chiudo qua, perché la strage in corso a Gaza è accompagnata dall’incredibile reticenza di gran parte della stampa europea, compresa Repubblica (oggi due famiglie massacrate in ultima riga a pagina 15). Sono 90 giorni che non capisco. Muoiono e vengono mutilate migliaia di persone, travolte da una piena di violenza che ci vuole pigrizia a chiamare guerra.
     Penso che raramente si sia vista una cosa del genere, così, sotto gli occhi di tutti. E penso che tutto questo non abbia nulla a che fare con Israele, né con la Palestina, né con la geopolitica, ma solo con i limiti della nostra tenuta etica. Magari fra decenni, ma in tanti si domanderanno dove eravamo, cosa facevamo, cosa pensavamo mentre decine di migliaia di persone finivano sotto le macerie. Quanto accaduto il 7 ottobre è la vergogna di Hamas, quanto avviene dall’8 ottobre è la vergogna di noi tutti.  
      Questo massacro ha una scorta mediatica che lo rende possibile. Questa scorta siamo noi. Non avendo alcuna possibilità di cambiare le cose, con colpevole ritardo mi chiamo fuori”.

Raffaele Oriani, da qui
Grazie Lucia, grazie Raffaele.

(A Lucia ho dedicato un pezzo qui)

2 commenti:

  1. Finalmente qualche giornalista inizia a ribellarsi.

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  2. @Cavaliere: ci vorrebbe maggiore coesione nella stampa e tra i cittadini per dire no ai massacri della guerra e del terrorismo

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