Perché mai a tal punto singolare?
Questa e non quella? E qui che ci sto a fare?
Di martedì? In una casa e non nel nido?
Pelle e non squame? Non foglia, ma viso?
Perché di persona una volta soltanto?
E sulla terra? Con una stella accanto?
Dopo tante ere di non presenza?
Per tutti i tempi e tutti gli ioni?
Per i vibrioni e le costellazioni?
E proprio adesso? Fino all’essenza?
Sola da me e con me? Perché mi chiedo,
non a lato, né a miglia di distanza,
non ieri, né cent’anni addietro, siedo
e guardo un angolo buio della stanza
- come, rizzato il capo, sta a guardare
la cosa ringhiante che chiamano cane?
Wislawa Szymborska: La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945-2009),
a cura di Pietro Marchesani, pag. 307, Adelphi, Milano
Gli interrogativi dei poeti scodinzolano felici.. ;)
RispondiElimina@Franco: già... buona giornata!
EliminaQuesta poetessa non finisce mai di stupire ed emozionare
RispondiElimina@Daniele: grandissima Wislawa... buona giornata.
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