Palermo – San Martino, che si celebra l’11 novembre, giorno del suo funerale nella città francese di Tours nel 397, è uno dei santi più conosciuti dalla Chiesa cattolica, ed è venerato anche dalle chiese copta e ortodossa. In Italia è il santo patrono di 200 tra comuni e frazioni e vi sono oltre 900 chiese a lui dedicate.
Nel nostro paese, il culto del santo è legato alla cosiddetta estate di san Martino che, prima dell’avvento del cambiamento climatico, si manifestava all'inizio di novembre. Tale ricorrenza dà origine ad alcune tradizioni popolari e gastronomiche: nel comune abruzzese di Scanno, in onore di san Martino si accendono grandi fuochi detti "glorie di san Martino"; a Venezia e provincia l'11 novembre è usanza preparare il dolce di san Martino, un biscotto dolce di pasta frolla con la forma del santo a cavallo con la spada; a Palermo si preparano biscotti dedicati al santo, o ‘sanmartinelli’, a forma di pagnottella rotonda grande quasi come un'arancia e l'aggiunta nell'impasto di semi d'anice o finocchio selvatico, che danno al dolce sapore e profumo particolari; a Lecce e provincia, si organizzano pranzi e cene con famiglia e amici e si festeggia con carne, castagne, ‘pittule’ salentine e vino.
In molte regioni d'Italia, l'11 novembre è associato alla maturazione del vino nuovo, da cui il proverbio "A san Martino ogni mosto diventa vino": un'occasione di ritrovo e festeggiamenti per brindare stappando il vino appena maturato, accompagnato da castagne o caldarroste. Giosuè Carducci ha immortalato nella poesia “San Martino” il legame tra il vino nuovo e questo periodo autunnale.
Ripercorriamo allora la vita del santo, per capire il perché della diffusione del suo culto in Europa, a partire dal gesto di condivisione del suo mantello. (continua su il Punto Quotidiano)
Maria D'Asaro, 10.11.24, il Punto Quotidiano
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