Lo so: vado controcorrente. Ma i sette mesi di ora legale non mi vanno proprio giù. Ovviamente conosco bene la manifesta utilità economico/ecologica dell’ora legale, che, ormai dal 1966, ci fa spostare gli orologi avanti di un’ora da primavera ad autunno inoltrato, regalandoci più luce solare e un minore utilizzo di lampadine. E’ proprio questo il punto: sarà che sono una crepuscolare, ma l’eccesso di solarità mi dà fastidio. Mi basterebbe quantomeno un pareggio: sei mesi di ora solare e sei di legale. In questa mia fissazione c’è lo zampino di uno psicologo, mio rimpianto professore, che ci diceva: “Sapete perché Tiresia, l’indovino di Tebe, è cieco? Perché abbiamo bisogno di chiudere gli occhi esteriori per aprire il nostro occhio interno e capire noi stessi e gli altri”.
Non ciechi come Tiresia, ma un po’ di penombra, quella sì, ci servirebbe forse per guardare il mondo con gli occhi dell’anima.
Non ciechi come Tiresia, ma un po’ di penombra, quella sì, ci servirebbe forse per guardare il mondo con gli occhi dell’anima.
("Centonove": 17.04.09)
E' "chiaro" (..è il caso di dire!..) che la mia coscienza ecologica di risparmio energetico prevale in questa occasione e mi fa preferire i sette mesi di luce ..'illegale', ma ritengo di comprendere bene le percezioni che esprimi e le emozioni che esse sottendono: ad esempio il tardo pomeriggio e l'arrivo della sera portano con se un fascino dell'imbrunire e una 'penombra' che è anche una condizione della mente e dell'anima che si prepara alla notte: dimensioni che una luce innaturale e eccessiva delle 20 finisce con lo spazzare via..
RispondiEliminaJAN