Da ecologista dilettante, quando compro la carta igienica, faccio attenzione a due cose: che sia un prodotto da “filiera corta”, cioè che sia fabbricata a Palermo o in un luogo a essa molto vicino, per evitare l’inquinamento dovuto al trasporto dal luogo di produzione a quello di vendita, e che non sia un articolo pubblicizzato, perché la pubblicità alla fine la paghiamo noi consumatori.
E non bado affatto a parametri che – ahimè – da tante mie conterranee sono ritenuti importantissimi: il doppio o triplo velo, la morbidezza, la presenza di disegnini nella carta, il leggero profumo emanato...
Mi chiedo se non siamo un po’ fuori di testa a essere maniacalmente attente alle caratteristiche di un pezzo di carta destinato a finire nel cesso, e a essere nel contempo colpevolmente distratte per la qualità di frutta e verdura, spesso sature di pesticidi e veleni, destinati a rimanere per sempre nel nostro corpo.
“Centonove”, 21.11.08
E non bado affatto a parametri che – ahimè – da tante mie conterranee sono ritenuti importantissimi: il doppio o triplo velo, la morbidezza, la presenza di disegnini nella carta, il leggero profumo emanato...
Mi chiedo se non siamo un po’ fuori di testa a essere maniacalmente attente alle caratteristiche di un pezzo di carta destinato a finire nel cesso, e a essere nel contempo colpevolmente distratte per la qualità di frutta e verdura, spesso sature di pesticidi e veleni, destinati a rimanere per sempre nel nostro corpo.
“Centonove”, 21.11.08
ben rappresentato!
RispondiEliminajan