Comprava qualcosa coi saldi. Con un’anima da formichina. Perché: – In fondo, di questo, di quello, posso farne anche a meno. -
Le piaceva vestire alla buona. E dedicarsi ai suoi sogni. E poi, ogni paio di scarpe acquistate, ogni nuovo vestito, le apparivano un affronto alla terra, violentata e dolente. E pensava che tanto poi tutto sarebbe finito in discarica. Una pattumiera infinita di inutili oggetti. A coprire la terra, l’erbetta, ogni campo fiorito.
Le piaceva vestire alla buona. E dedicarsi ai suoi sogni. E poi, ogni paio di scarpe acquistate, ogni nuovo vestito, le apparivano un affronto alla terra, violentata e dolente. E pensava che tanto poi tutto sarebbe finito in discarica. Una pattumiera infinita di inutili oggetti. A coprire la terra, l’erbetta, ogni campo fiorito.
A bloccarle lo shopping, anche un altro motivo: i vestiti ammucchiati, negli armadi di mamma. E in quello di Sally. Quando loro se ne erano andate, lassù. Così aveva pensato che non doveva comprare più niente. Per non dare a sua figlia lo stesso fastidio. Di doverli svuotare, gli armadi dei morti. Con la voglia struggente di abbracciare una giacca, un cappotto. E annusare, affamata, il profumo perduto di chi non sarebbe tornato.
Ma ieri aveva comprato tre maglie. E una giacca attillata. E due paia di calze speciali.
Alla fine, il suo armadio poteva svuotarlo lei stessa. Dismettendo quel tanto di vecchio che l’appesantiva, le sue troppe zavorre, trascinate dallo scorso millennio. Perché adesso, finalmente l’aveva capito. Quella sciarpa con l’arcobaleno, e la maglia scollata, e gli stivali col tacco: ogni tanto, li avrebbe indossati. Così: perché in fondo era viva. Con la stessa età di Madonna.
E voleva, ogni tanto, ballare.
Bel post come sempre. La scena descritta dell'annusare i vestiti dei nostri cari ormai defunti,mi ha fatto venire in mente le infinite volte che ho aperto l'armadio di mio nonno per odorare i suoi vestiti...ogni volta è un tuffo nel passato,nei ricordi e purtroppo anche nel dolore.
RispondiEliminaL'attenzione che rivolgi ai piccoli dettagli della vita rivela in te una delicata sensibilità di tutto rispetto. Per quanto riguarda gli armadi, come dicono, «prima o poi bisogna farsene una ragione». Io non ci sono ancora riuscito...
RispondiEliminaSalutoni, Madonna (coniato un nuovo nome, vedo :)
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RispondiEliminaPiù che gli armadi, di cui non sono competente, dovrei eliminare tante 'scartoffie' con decenni di polvere su di esse sovrapposte.
RispondiEliminaOgni tanto decido, decisissimo, di farlo.
Ma è un 'decisissimo' che dura un attimo: mi sono affezionato anche alla polvere e, non essendo allergico, degli acari mi faccio un'insalata, sale olio limone.
un post delicato, quasi sussurrato. Quanta verità, poi, nelle tue parole! Quegli oggetti indossati di cui non si riesce a disfarsi, perché portano l'odore di chi non c'è più. Io di mio nonno ho conservato gli occhiali da vista, mi sembra di vederci dietro ancora i suoi occhi curiosi.
RispondiElimina@Charmless: capisco bene il senso di vuoto per la mancanza del nonno. L'ho provato anch'io, tempo fa, quando mi è morto il "nonno Turiddu": la quercia della mia infanzia e della mia adolescenza. Un abbraccio speciale.
RispondiElimina@Peter: grazie sempre della tua delicata attenzione. Anch'io, comunque, non riesco a svuotare del tutto gli armadi. E annuso ogni tanto la giacca di chi non c'è più. Un abbraccio anche a te, of course.
@Gattonero: provo anch'io la fragilità delle decisioni definitive. Ottima l'insalata con acari, olio e limone. Visto che mi tocca rinunziare al tiramisu.. Un abbraccio affettuoso.
@TuristadiMestiere: ciao, benvenuta! Grazie della tua attenzione. Che bella e che vera la frase: "mi sembra di vederci dietro ancora i suoi occhi curiosi". Alla prossima!
@lamiaamicachehacancellatoilcommento:mi è arrivato lo stesso, nella posta privata. Ti abbraccio forte forte!