A Palermo, anni fa, una madre iscrisse il figlio di tre anni in un asilo infantile. Niente da fare: sebbene fossero sperimentate molte scuole del quartiere, in tutte il bimbetto piangeva disperato, rifiutava il cibo e si calmava solo quando la mamma lo riportava a casa. Finalmente, dopo alcuni mesi, in una scuola avvenne il miracolo: la madre trovò il figlio tranquillo, persino col pancino pieno, perché aveva anche mangiato a merenda la “treccina”. Quale la ricetta dell’insperato inserimento? Fu il bambino a svelarlo alla mamma: - Mamma, quando sono entrato in classe la maestra ha detto ai bimbi di farmi un applauso: tutti ridevano e battevano le mani! Poi la maestra ha detto che sono bravo e mi ha fatto i “complomenti” (questa la parola usata dall’infante!) perché so contare sino a dieci. E la maestra ride sempre! – Studiate tutta la pedagogia del mondo, ma, soprattutto, sorridete maestre, sorridete!
Maria D’Asaro: “100nove” n.37 del 6.10.2016
Bellissimo e tenero questo ricordo! Il sorriso è davvero potentissimo: cura i mal di pancia da vogliolamamma, scioglie i bronci più determinati, trasforma un errore in un "wow possiamo riprovare ancora!"
RispondiEliminaadrinviaggio: ma sei ... Adrisister?!! Se sì, un abbraccio forte forte. Se no, grazie per il commento e un saluto cordiale.
EliminaA volte è più facile di quanto sembri...
RispondiElimina:)
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