Roberto Alajmo,
con l’intervento di Enrico Deaglio, ha presentato questo pomeriggio a Palermo
il suo romanzo “Carne Mia” (Sellerio, Palermo, 2016, €16,00).
A caldo, qualche battuta:
Enrico Deaglio: Allora, Roberto, Palermo è davvero
irredimibile?
Roberto Alajmo: Forse non tutti ricordano che dobbiamo a
Sciascia tale aggettivo. Che comunque, nell’intervista durante la quale utilizzò
il fortunato aggettivo, aggiunse che sì Palermo, a suo avviso, era
irredimibile, ma bisognava comportarsi come se non lo fosse. E io sono d’accordo
con lui.
Deaglio: Perché il tuo romanzo inizia proprio a Borgo Vecchio?
Alajmo: Perché
Borgo Vecchio è un’enclave totalmente incongrua nella zona residenziale di
Palermo: negli anni ’90, a soli 100 metri di distanza, c’era il negozio di
scarpe più in della città: “Napoleon” … Ancora oggi c’è un abisso tra i prezzi
delle case della Palermo bene e le catapecchie del Borgo.
Deaglio: Ma
anche se ambientata in un luogo specifico - Borgo Vecchio per l'appunto - e in un tempo
determinato, narri un storia rarefatta, che poteva accadere anche 2000 anni fa,
con una morale difficile da definire. Racconti forse una tragedia?!
Alajmo: E’
vero, la morale nel racconto è sospesa, come nelle tragedie greche. A mio
avviso, deve essere il lettore a sciogliere i nodi. I miei non sono libri
polizieschi, perché alla fine le cose non si mettono a posto. Con “Carne mia”
in qualche modo concludo una trilogia noir, iniziata con “Cuore di madre” e con
“E’ stato il figlio”
Deaglio: Ma
non c’è nessuno dei tuoi personaggi che incarni la giustizia? E poi: tu vuoi bene ai tuoi personaggi?
Alajmo: Nessuno
dei miei personaggi incarna pienamente il bene; hanno tutti un lato oscuro. Dei
due fratelli protagonisti del romanzo, quello che sembra buono poi è capace di
uccidere … No, sicuramente non voglio bene ai miei personaggi. Anzi mi tengo a una
sorta di distanza prudenziale da ognuno di loro.
Deaglio: Roberto
Alajmo vorrebbe essere considerato scrittore palermitano o italiano?
Alajmo: Vorrei
essere considerato uno scrittore italiano, nato a Palermo; ma Palermo, anche se la vuoi
tenere sullo sfondo, cerca sempre di entrare nell’inquadratura. Palermo tende
sempre al cannibalismo …
(E poi si è parlato del comitato dei lenzuoli,
della mafia, dello stile del libro – un libro scritto come una sceneggiatura -
della politica, del sindaco Orlando e persino dei tenerumi! Ma queste cose le tengo
per me. Ne scriverò dopo aver letto il libro …) Maria
D’Asaro
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