mercoledì 5 ottobre 2016

Allora, Roberto: Palermo è irredimibile?

Roberto Alajmo, con l’intervento di Enrico Deaglio, ha presentato questo pomeriggio a Palermo il suo romanzo “Carne Mia” (Sellerio, Palermo, 2016, €16,00).
A caldo, qualche battuta:




Enrico Deaglio:     Allora, Roberto, Palermo è davvero irredimibile?
Roberto Alajmo:       Forse non tutti ricordano che dobbiamo a Sciascia tale aggettivo. Che comunque, nell’intervista durante la quale utilizzò il fortunato aggettivo, aggiunse che sì Palermo, a suo avviso, era irredimibile, ma bisognava comportarsi come se non lo fosse. E io sono d’accordo con lui.
Deaglio:                  Perché il tuo romanzo inizia proprio a Borgo Vecchio?
Alajmo:                     Perché Borgo Vecchio è un’enclave totalmente incongrua nella zona residenziale di Palermo: negli anni ’90, a soli 100 metri di distanza, c’era il negozio di scarpe più in della città: “Napoleon” … Ancora oggi c’è un abisso tra i prezzi delle case della Palermo bene e le catapecchie del Borgo.
Deaglio:                 Ma anche se ambientata in un luogo specifico - Borgo Vecchio per l'appunto - e in un tempo determinato, narri un storia rarefatta, che poteva accadere anche 2000 anni fa, con una morale difficile da definire. Racconti forse una tragedia?!
Alajmo:                         E’ vero, la morale nel racconto è sospesa, come nelle tragedie greche. A mio avviso, deve essere il lettore a sciogliere i nodi. I miei non sono libri polizieschi, perché alla fine le cose non si mettono a posto. Con “Carne mia” in qualche modo concludo una trilogia noir, iniziata con “Cuore di madre” e con “E’ stato il figlio
Deaglio:               Ma non c’è nessuno dei tuoi personaggi che incarni la giustizia? E poi: tu vuoi bene ai tuoi personaggi?
Alajmo:                     Nessuno dei miei personaggi incarna pienamente il bene; hanno tutti un lato oscuro. Dei due fratelli protagonisti del romanzo, quello che sembra buono poi è capace di uccidere … No, sicuramente non voglio bene ai miei personaggi. Anzi mi tengo a una sorta di distanza prudenziale da ognuno di loro.
Deaglio:                Roberto Alajmo vorrebbe essere considerato scrittore palermitano o italiano?
Alajmo:                      Vorrei essere considerato uno scrittore italiano, nato a Palermo; ma Palermo, anche se la vuoi tenere sullo sfondo, cerca sempre di entrare nell’inquadratura. Palermo tende sempre al cannibalismo …

 (E poi si è parlato del comitato dei lenzuoli, della mafia, dello stile del libro – un libro scritto come una sceneggiatura - della politica, del sindaco Orlando e persino dei tenerumi! Ma queste cose le tengo per me. Ne scriverò dopo aver letto il libro …)      Maria D’Asaro 



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