giovedì 18 luglio 2019

Donne che corrono coi lupi

Picasso: La stanza blu (1901) - Washington
        Una parte di ogni donna e di ogni uomo oppone resistenza al sapere che in tutte le relazioni amorose la Morte deve avere la sua parte. Fingiamo di potere amare senza che muoiano le nostre illusioni sul’amore, fingiamo di potere andare avanti senza che muoiano le nostre aspettative superficiali, fingiamo di poter fare progressi e che le nostre ebbrezze e i nostri impeti preferiti non moriranno mai. Ma in amore, psichicamente, tutto, proprio tutto viene accantonato. L’Io non lo vuole, ma così deve essere, e la persona dalla natura profonda e selvaggia è irrefutabilmente attirata dal compito.
        Cosa muore? Muore l’illusione, muoiono le aspettative, la bramosia di avere tutto, il desiderio di prendere solo il bello, tutto questo muore. Siccome l’amore porta sempre a una discesa nella natura Morte, comprendiamo bene come siano necessari grande potere su di sé e sentimento. Impegnandosi nell’amore, ci si impegna anche nella rivivificazione dell’essenza della Donna Scheletro e di tutti i suoi insegnamenti. […]
          Tre cose differenziano il vivere con l’anima di contro al vivere solamente con l’Io: la capacità di sentire e apprendere modi nuovi, la tenacia per percorrere una strada impervia, la pazienza di apprendere nel tempo l’amore profondo. […]
           La persona che ha sbrogliato la Donna Scheletro conosce la pazienza, sa meglio come aspettare. Non è traumatizzata né spaventata dall’aspetto scheletrico, e neanche sopraffatta dal godimento. […]
          E’ bene dedicarsi all’esercizio quotidiano e meditativo di sciogliere i lacci della natura Vita/Morte/Vita. Il pescatore continua a canticchiare una canzone di un solo verso per aiutarsi a slegare. E’ una canzone per aiutare la consapevolezza, per aiutare a sbrogliare la natura Donna Scheletro. Non sappiamo cosa canta e possiamo solo immaginarlo.
           E mentre sbrogliamo questa natura, faremmo bene a cantare qualcosa del genere: a cosa devo dare più morte oggi, per generare più vita? Che cosa so che dovrebbe morire, ma esito a permetterlo? Che cosa deve morire in me perché possa amare? Quale non-bellezza temo? A che mi serve il potere del non-bello oggi?  Che cosa dovrebbe morire oggi? Che cosa dovrebbe vivere? A quale vita temo di dar la nascita? 
           E se non ora, quando?

                                         (Clarissa Pinkola Estès: Donne che ballano coi lupi, pagg. 132, 143, 144)






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