C’è una vecchia che vive in un luogo nascosto dell’anima che tutti conoscono ma pochi hanno visto. Come nelle favole dell’Europa orientale, pare in attesa di chi si è perduto, di vagabondi e cercatori. […]
L’unica occupazione de La Loba, Donna-Lupa, è la raccolta delle ossa. Notoriamente raccoglie e conserva in particolare quelle che corrono il pericolo di andare perdute per il mondo. La sua caverna è piena di ossa delle più varie creature del deserto: il cervo, il crotalo, il corvo. Ma si dice che la sua specialità siano i lupi.
Striscia e setaccia le montagne e i letti prosciugati dei fiumi alla ricerca di ossa di lupo, e quando ha riunito un intero scheletro, quando l’ultimo osso è al suo posto e la bella scultura bianca della creatura sta davanti a lei, allora siede accanto al fuoco e pensa a quale canzone cantare.
E quando è sicura si leva sulla creatura, solleva su di lei le braccia, e inizia a cantare. Allora le costole e le ossa delle gambe cominciano a ricoprirsi di carne e la creatura si ricopre di pelo. La Loba canta ancora e altre parti della creatura tornano in vita; la coda, ispida e forte, si rizza.
E ancora La Loba canta e il lupo comincia a respirare. E ancora La Loba canta così profondamente che il fondo del deserto si scuote, e mentre lei canta il lupo apre gli occhi, balza in piedi e corre lontano giù per il canyon.
In un momento della corsa, per la velocità della corsa medesima, o perché finisce in un fiume, o perché un raggio di sole o di luna lo colpisce al fianco, il lupo è d’un tratto trasformato in una donna che ride e corre libera verso l’orizzonte.
Dunque ricordate – se vagate nel deserto ed è quasi l’ora del tramonto e vi siete un po’ perdute e siete stanche – che siete fortunate, perché forse La Loba può prendervi in simpatia e mostrarvi qualcosa, qualcosa dell’anima.
(Clarissa Pinkola Estès: Donne che ballano coi lupi, pagg. 3,4)
Ringrazio Patrizia A. che mi ha ricordato l’esistenza di questo splendido libro.
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