venerdì 4 ottobre 2019

Patente di ... voto

          Una proposta di legge uscita dal cappello di un componente dell’attuale compagine governativa è quella di estendere ai sedicenni il diritto di voto.
          Ecco alcune considerazioni del prof. Augusto Cavadi (l’articolo completo si trova qui), considerazioni che sottoscrivo integralmente.

"(…) La proposta di estendere ai sedicenni il diritto di votare è uno dei passi peggiori con cui avviare il nuovo corso.
Per quali ragioni? 
Più di tante analisi psico-sociologiche l’ha spiegato, papale papale, in un’intervista a Ernesto Assante sulla “Repubblica” del 1 ottobre, Emanuele Crisanti, sedicenne famoso per la sua partecipazione a XFactor: “Io e i miei coetanei non siamo abbastanza informati per poter davvero esprimere un voto ragionato. Non abbiamo una visione completa della politica che ci permetta di scegliere coscientemente”.
Chi ha trascorso, da alunno prima e da docente dopo, quasi settant’anni in aule scolastiche non può – se onesto intellettualmente- che sottoscrivere la dichiarazione del saggio ragazzo, aggiungendo solo due chiose.
La prima: “Non abbiamo una visione completa della politica” è una formulazione eufemistica, addolcita. La verità vera sarebbe: “Non abbiamo nessuna visione della politica, né completa né incompleta”. Se non fossero episodi anche rattristanti, ce ne sarebbero tanti di divertenti da raccontare: per esempio quando un alunno mi spiegava che lui e la sua famiglia erano per tradizione “di destra” e, perciò, avevano sempre votato “prima PCI poi PDS”.
Ma di chi è la responsabilità di tanta ignoranza? Delle agenzie educative ( in primis la scuola, poi i partiti, i sindacati, le associazioni, le chiese…) che dovrebbero curare l’alfabetizzazione sull’ordinamento repubblicano (differenza di ruolo fra parlamento, governo e magistratura, almeno) e sulle diverse teorie politiche in competizione (liberalismo, socialdemocrazia, fascismo, personalismo comunitario, ambientalismo, conservatorismo, anarchismo…). Per sopperire a questa latitanza, alcuni amici di vario orientamento ideologico abbiamo fondato nel 1992 l’associazione di volontariato culturale “Scuola di formazione etico-politica Giovanni Falcone”, con sede a Palermo ma con interventi pedagogico-didattici in ogni parte d’Italia : dopo più di un quarto di secolo continuiamo a lavorare, consapevoli però di costituire una realtà troppo piccola per l’enorme fabbisogno di informazione e di saggezza. 
Da qui la seconda chiosa necessaria – a mio sommesso avviso – alla dichiarazione del giovane Crisanti: a non essere “abbastanza informati per poter davvero esprimere un voto ragionato” non sono solo lui e i suoi “coetanei”, ma la stragrande maggioranza degli italiani. All’ordine del giorno, perciò, dovrebbe esserci non l’estensione del diritto di voto ai sedicenni, ma l’abolizione di tale diritto agli ultra-diciottenni incapaci di rispondere a quei quesiti elementari che  gli Stati democratici sottopongono agli immigrati aspiranti alla cittadinanza. 
So che affermare queste verità evidenti significa remare contro corrente che, nell’epoca della demagogia galoppante,  è l’unico peccato veramente imperdonabile. Ma ognuno ha il suo dovere etico e deve risponderne innanzitutto alla propria coscienza."

P.s. Dovremmo prendere sul serio l’idea che per esercitare diritti importanti siano indispensabili un’alfabetizzazione e una competenza minime … Ecco cosa scrivevo qui.


2 commenti:

  1. Perfettamente d'accordo sul DIMINUIRE i votanti! Il problema è che dovresti togliere il diritto anche a un di maio che crede che Matera sia in Puglia o che Pinochet fosse venezuelano, o a quella candidata che in tv ha affermato che l'Emilia confina col Trentino... Rimarremmo poche decine (e magari saremmo tutta gente che a votare nemmeno ci va).
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo con te sul ridurre gli aventi diritto al voto ma al contempo concordo con Zio Scriba sul fatto che saremmo una piccola oligarchia o un'élite se preferisci che magari neanche vota.

    RispondiElimina