Palermo - Nel 1992 il regista Mario Martone gli ha dedicato il film Morte di un matematico napoletano; Luciano De Crescenzo, nel libro Storia della filosofia greca, lo cita come docente con cui diede un esame, al termine del quale ricevette un "21 di scoraggiamento”; a lui è stato intitolato l’asteroide n.9934, tra Marte e Giove, oltre che l’Istituto di Matematica dell’Università Federico II di Napoli: l’insigne matematico napoletano Renato Caccioppoli merita davvero di essere ricordato.
Nato nel 1904 a Napoli in una famiglia colta e vivace - suo padre Giuseppe era un noto chirurgo; sua madre, Sofia Bakunina, era figlia del rivoluzionario russo Michail Bakunin; sua zia Maria Bakunin (Marussia), era docente di chimica - la vita del professore, anche se conclusasi purtroppo con il suicidio l'8 maggio 1959, fu geniale e scientificamente feconda: nel 1931 Renato Caccioppoli vinse, a soli 27 anni, la cattedra di Analisi algebrica all'Università di Padova; nel 1934 tornò a Napoli per ricoprire la cattedra di Teoria dei gruppi; passò poi alla cattedra di Analisi superiore e, nel 1943, a quella di Analisi matematica. Nel 1938 divenne socio ordinario dell'Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli e, nel 1958, socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Con la sua opera scientifica e la sua personalità esercitò un'influenza decisiva sullo sviluppo dell'analisi matematica in Italia.
I suoi studi più importanti riguardano l'analisi funzionale e il calcolo delle variazioni. A partire dal 1930, si dedicò allo studio delle equazioni differenziali, utilizzando per primo l'approccio topologico-funzionale. Nel 1931 estese il teorema del punto fisso di Brouwer. Nel 1932 introdusse il concetto generale dell'inversione della corrispondenza funzionale. Tra il 1933 e il 1938 applicò i suoi risultati alle equazioni ellittiche, stabilendo i limiti maggioranti per le loro soluzioni. Contemporaneamente studiò gli insiemi di funzioni definiti in Cn, dimostrando nel 1933 il teorema fondamentale sulle famiglie normali di variabili complesse. Nel 1935 dimostrò l'analiticità per le soluzioni delle equazioni ellittiche di classe C2. Nel 1952 fu pubblicata la summa dei suoi lavori sull'area di una superficie e sulla teoria della misura.
Non meno interessante fu la sua vicenda umana: ateo dichiarato, il suo assistente più fidato, amico e collaboratore, fu un prete, don Savino Coronato. Caccioppoli fu uno strenuo oppositore del regime fascista. Il suo convinto antifascismo si espresse in atti di sarcastica irrisione della dittatura di Mussolini: nel maggio del 1938, insieme alla compagna Sara Mancuso, in occasione della visita di Hitler a Napoli, prima pagò un'orchestrina in un bar per far risuonare nel locale le note della “Marsigliese”, inno nazionale della democratica Francia, dopodiché cominciò a contestare in un acceso discorso le basi del fascismo e del nazismo.
Fu quindi arrestato; ma la zia, Maria Bakunin, allora docente di Chimica all'Università di Napoli, riuscì a farlo scarcerare convincendo le autorità dell'incapacità di intendere e di volere del nipote. Caccioppoli fu comunque internato, ma poté in qualche modo continuare a seguire gli studi di Matematica e a suonare il pianoforte.
Inoltre, poiché durante il fascismo, in nome di una presunta "salvaguardia della virilità", era vietato agli uomini passeggiare con cani di piccola taglia, il professore Caccioppoli, come forma irridente e geniale di contestazione alle ridicole prescrizioni della dittatura, era solito camminare per le principali strade di Napoli con un gallo al guinzaglio
Ecco, infine, come lo ricorda nel suo blog un suo alunno, l’ingegnere Pietro Congedo:
“Una volta, avvicinatomi alla porta, lo vidi avanzare lentamente nel corridoio, lungo il muro alla sua destra. Quando fu più vicino mi colpì per il suo viso rugoso e magro, coronato da capelli neri e lisci che formavano un ciuffo sulla fronte spaziosa, sotto la quale vigilavano due occhi saettanti. Fra le labbra sottili aveva una sigaretta, che fumava con la stessa lentezza del proprio incedere.
Nei riguardi del professore si riferivano aneddoti sulle strane abitudini di vita, sulla militanza politica e soprattutto sulla severità con cui usava punire gli studenti per quelle che a lui sembravano superficialità e approssimazioni. Ma si accennava anche alla sua genialità in campo matematico ed alla sua eccezionale competenza in musica e lingue straniere (parlava benissimo russo, tedesco, inglese e francese).
Pur non prendendo mai la tessera del Partito comunista, Caccioppoli fu molto attivo in politica, specie come animatore dell’organizzazione unitaria “Partigiani per la Pace”, che si batteva per il disarmo. Invitato come tale a parlare in un teatro di Bari, si presentò nell’ora stabilita e salì sul palcoscenico. Avendovi trovato per puro caso un pianoforte, si mise subito alla tastiera ed eseguì brani di Strauss, Beethoven, Debussy ecc., dinanzi ad un’affollata platea. Questa andò in visibilio quando, a conclusione del “concerto”, egli disse che per esprimere il significato della pace non c’era mezzo migliore della musica."
Maria D'Asaro, 08.05.22, il Punto Quotidiano
(ripropongo oggi, a 63 anni esatti dalla morte, la splendida persona di Renato Caccioppoli, già presentata qui)
Non conoscevo quest'uomo, grazie di avermelo fatto incontrare.
RispondiEliminaGiusto ricordare.
RispondiElimina@Cavaliere: grazie della visita e del commento. Buona settimana.
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