lunedì 11 gennaio 2016

Nulla dies sine linea ... #1

Nulla dies sine linea (latino: «nessun giorno senza una linea»). – Frase attribuita da Plinio (Nat. hist. XXXV, 36) al pittore greco Apelle (sec. 4° a. C.), del quale si dice che non lasciasse passare giorno senza esercitarsi.
Prendendo spunto da questa frase latina, proverò a socializzare, una volta a settimana, frasi, riflessioni, eventi che, ogni giorno, mi "hanno segnata".
1 gennaio 2016: 
Tutte le azioni di una giornata sono precedute e condizionate da un verbo: devo, voglio, mi piace, sullo sfondo però di un altro verbo: posso davvero? Dalla scelta, dalla combinazione o dalla prevalenza di uno di questi verbi, sull’ordito di una reale possibilità, dipende gran parte della nostra vita.
Salvatore Carnevale
2 gennaio:
Il 16 maggio 1955, alle 5,30 del mattino, mentre si recava a lavorare in una cava di pietre, il sindacalista socialista Salvatore Carnevale fu ucciso perché dava fastidio a proprietari terrieri e mafiosi. Sua madre dirà ad amici e parenti che nel corso della notte aveva fatto un brutto sogno. 
Forse nella nostra anima non ci sono confini o passato, presente e futuro: la nostra anima racchiude tutte le dimensioni temporali. 
3 gennaio:
Ogni essere umano è un museo, come il Louvre: dovremmo accostarci agli altri convinti che sono custodi di tesori (fonte: mio figlio Luciano)
4 gennaio:
L’impero romano era strutturalmente fondato su una costante crescita territoriale; si ingrandì sino al 130 d.C. circa, ai tempi dell’imperatore Adriano. Poi fu decadenza e catastrofe. Anche l’economia capitalista è strutturalmente fondata su una costante crescita economica. I decrescentisti – Ellul, Latouche, Pallante – che affermano l’incompatibilità di questo modello con la quantità delle risorse mondiali e con l’equilibrio ecologico – sono portatori sani di una scomoda verità. (fonte: mio figlio Riccardo)
5 gennaio:
Oggi Peppino Impastato avrebbe compiuto 68 anni. Ogni anno, in questo giorno di inizio anno, lo ricordiamo. La sua “assenza fisica” rappresenta un vuoto difficile da colmare. Tanto tempo è trascorso, ma la mancanza è ancora viva e reale come in quel lontano 9 maggio 1978. Da, allora, la forza delle sue idee e delle sue azioni ci accompagna. (dalla pagina FB di Pino Manzella)
6 gennaio 2015:
Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All'umanità che ne scaturisce. A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo. In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.... A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E' un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco. (Pier Paolo Pasolini)
7 gennaio:
Come ti senti, al rientro dalle vacanze? - chiede la docente agli alunni: Assonnata, disperato, traumatizzata, annoiata, depresso, avvilita … Come si sentono i docenti al rientro delle vacanze natalizie? Da dove possono attingere energie, valori, motivazioni, smalto per fare bene il loro difficile lavoro nell’Italia di oggi?

2 commenti:

  1. Ma... del 2015 o del 2016? Sono ricordi dell'anno finito, oppure ti rifiuti di cominciare il 2016?

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    1. @Silvia Pareschi: meno male che c'è il tuo occhio attento e allenato da lettrice/traduttrice/scrittrice! Data corretta. E poi forse c'era anche una sorta di rifiuto ad ammettere che è passato un altro anno ...

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