"Ho tentato di mettere assieme la storia della famiglia Manzoni; volevo ricostruirla, ricomporla, allinearla ordinatamente nel tempo. Avevo delle lettere e dei libri.
Non volevo esprimere commenti, ma limitarmi a una nuda e semplice successione dei fatti. Volevo che i fatti parlassero da sé. Volevo che le lettere, accorate o fredde, cerimoniose o schiette, palesemente menzognere o indubitabilmente sincere, parlassero da sé. Pure alcuni commenti mi è sembrato via via impossibile non esprimerli. Sono quanto mai rari e brevi.
Il protagonista di questa lunga storia famigliare non volevo fosse Alessandro Manzoni. Una storia famigliare non ha un protagonista; ognuno dei suoi membri è di volta in volta illuminato o risospinto nell’ombra. Non volevo che egli avesse più spazio degli altri; volevo che fosse visto di profilo o di scorcio, e mescolato in mezzo agli altri, confuso nel polverio della vita giornaliera.
E tuttavia egli domina la scena; è il capo-famiglia; e gli altri certo non hanno la sua grandezza. E d’altronde egli appare più degli altri strano, tortuoso, complesso. In qualche raro istante, mi è sembrato impossibile non osservarlo di faccia, e in solitudine.
Nel corso della mia vita ho scritto romanzi e non avevo mai scritto nulla che richiedesse il soccorso di libri o lettere scritti da altri; non avevo ma usato nulla se non la mia propria memoria e a mia immaginazione.
E nemmeno mai mi ero trasferita, scrivendo, in un altro secolo; e che cosa mi abbia spinto a tentare di ricomporre insieme, in un’epoca da me lontana, una storia fatta di persone veramente esistite, non saprei dirlo.
Come ogni storia famigliare sulla quale è passato un secolo, questa presenta lacune, vuoti, erosioni, anelli mancanti. Io credo che simili erosioni e devastazioni mi siano parse attraenti perché misteriose e dolorose, e perché inoltrarvisi era strano come inoltrarsi per una terra sconvolta da un nubifragio; dove accadeva a volte di incontrare oggetti e suppellettili, quando intatti e quando sciupati, ma caldi ancora della vita degli esseri umani che li toccarono."
Natalia Ginzburg
(risvolto scritto dall’autrice per la prima edizione de “La famiglia Manzoni”, 1983, Einaudi)
(Un testo affascinante. Dopo averlo letto, il 5 maggio e i Promessi Sposi hanno un sapore diverso...)
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