sabato 30 settembre 2023

Caro Vittorio,

    Caro Vittorio, 

        prima del 15 aprile 2011, avevo sentito il tuo nome solo un paio di volte, a proposito di servizi televisivi sulla Palestina. Poi mi è capitato di ascoltare in TV un’intervista a tua madre Egidia. Quell’intervista mi ha toccato il cuore. E ho comprato il libro che lei ha scritto per raccontare la tua storia. 
      “Un figlio è carne della tua carne e sangue del tuo sangue e, come sanno tutte le madri che lo hanno perduto, con lui se ne va per sempre un pezzo di te e della tua anima”, scrive tua madre. 
     Sarà difficile per lei festeggiare il Natale. Avrà poco senso anche per Paola, la mamma di Giulio Regeni, ucciso qualche anno dopo di te in Egitto. 
    Ma tu puoi essere fiero di tua madre: nonostante tutto, ce l’ha fatta a restare umana…
Tua madre, che aveva fatto di tutto per non farti nascere prematuro: “Immobile per più di due mesi, ho trasmesso a mio figlio le emozioni, la gioia e l’angoscia di quell’attesa (…): ho letto libri su libri e, chissà, forse anche da questo è scaturito quel suo grande amore per la lettura e la parola scritta. (…) Vittorio è venuto al mondo col pugnetto alzato. Mi rese ancora più faticoso e doloroso il parto, ma io ricordo sempre con un sorriso quel particolare”.
 Quando continuava a raccontartelo - perché le madri hanno l’abitudine di ripetere all’infinito le storie che riguardano i propri cuccioli – tu sorridevi e sbuffavi. 
Sei stato davvero un bambino speciale… (continua su:  Maria D'Asaro: “Una sedia nell’aldilà”, Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

Il libro si può trovare qui:


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