(Mi sono commossa, ascoltando Benigni, a Sanremo.
Io mi sento italiana, molto più che siciliana o palermitana. Sarà l'amore per la lingua della mia nazione, per Dante Alighieri, il fatto che di questa terra amo Firenze come Ostuni, Vicenza come Napoli, Capri come il lago di Garda, Agrigento come Aquileia.
Amo Primo Levi come Luigi Pirandello, Natalia Ginzburg come Carlo Cassola, Dacia Maraini come Italo Calvino, Alex Langer e Peppino Impastato, Vittorio Bachelet e Giovanni Falcone....)
Ieri le telefonate a Radio Padania schiumavano rabbia e indignazione per lo show tricolore di Benigni a Sanremo. Era prevedibile, ed è comprensibile. In vent´anni di irresistibile ascesa, la Lega non ha incontrato sul suo cammino anti-nazionale che sparute, timide resistenze. I suoi capi e i suoi militanti si erano trovati nella fortunata (ma ingannevole) condizione di chi guida contromano senza incontrare nessuno nella corsia opposta, fino a convincersi che non esista flusso contrario.
Grazie alla quasi fortuita circostanza del centocinquantenario (anche il Caso è motore della Storia), la Lega si trova di fronte, senza aspettarselo, un muro. E per giunta un muro di popolo (65 per cento l´audience di Benigni!) che non è liquidabile con il tradizionale spregio per i «salotti», i «comunisti», gli intellettuali.
Esiste l´Italia e soprattutto esistono gli italiani, questo il sorprendente contrattempo che, a caldo, fa imbufalire la gente del Carroccio. A freddo, se è vero come dicono che Bossi è un capo saggio e navigato, sarà interessante capire se e quanto la Lega sarà capace di prendere atto di una realtà nuova, che la ricolloca (anche al Nord) nel suo naturale e legittimo ruolo di minoranza politica e soprattutto di minoranza identitaria: la stragrande maggioranza degli italiani si sente italiana. Prima ne prenderanno atto, meglio sarà per tutti.
M. Serra
Grazie alla quasi fortuita circostanza del centocinquantenario (anche il Caso è motore della Storia), la Lega si trova di fronte, senza aspettarselo, un muro. E per giunta un muro di popolo (65 per cento l´audience di Benigni!) che non è liquidabile con il tradizionale spregio per i «salotti», i «comunisti», gli intellettuali.
Esiste l´Italia e soprattutto esistono gli italiani, questo il sorprendente contrattempo che, a caldo, fa imbufalire la gente del Carroccio. A freddo, se è vero come dicono che Bossi è un capo saggio e navigato, sarà interessante capire se e quanto la Lega sarà capace di prendere atto di una realtà nuova, che la ricolloca (anche al Nord) nel suo naturale e legittimo ruolo di minoranza politica e soprattutto di minoranza identitaria: la stragrande maggioranza degli italiani si sente italiana. Prima ne prenderanno atto, meglio sarà per tutti.
M. Serra
Sono perfettamente d'accordo. Il lato più singolare della faccenda è che delle cose così importanti per la nostra Italia siano state dette da un comico (Pur geniale). Roberto, come ben sai, è stato eccezionale, anche, con Dante. Sono contento del tuo post. Anch'io pensavo di scrivere qualcosa sul RISORGIMENTO ITALIANO, tanto bistrattato da alcuni. E' pur vero che per fare un Paese c'è bisogno di tutti... Finora non ho scritto un tale post solo per ... rabbia. Mi auguro che il nostro Paese riesca a reagire alle condizioni di stallo in cui si trova. La reazione porta la necessità di rinnovare i nostri rappresentanti. Scegliamoli (?) da qualsiasi parte, purchè non siano ladri. Un abbraccio. Domus
RispondiEliminaBello e vero il tuo post !!!
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