domenica 16 ottobre 2011

Terraferma: quando l’obbedienza non è una virtù


(Avvertenza: il commento al film ne svela la trama.)
          Forse, oltre ad averlo profeticamente proclamato don Milani negli anni ’60, persino Socrate oggi sarebbe d’accordo: disobbedire alle leggi del proprio paese, talvolta, è doveroso. Magari anche giusto.
E’ il messaggio esplicito di Emanuele Crialese nel suo Terraferma, ambientato in un’isoletta siciliana senza nome. Dove, contravvenendo alla legge, un anziano pescatore non ci pensa due volte a portare in salvo sulla sua barca gli extracomunitari alla deriva. Ernesto, infatti, è convinto che la legge del mare, salvare chi è in pericolo tra le onde, sia più forte e cogente della legge dei finanzieri. Malgrado lo sguardo di disapprovazione dell’unico figlio rimastogli, con l’aiuto della nuora e del nipote ventenne, Ernesto si prende cura di due delle persone salvate, un ragazzino e sua madre incinta, che viene aiutata a partorire la figlioletta concepita per uno stupro in terra libica. Questi avvenimenti causeranno la difficile scelta di Filippo, il nipote ventenne, che, dilaniato tra diversi, stridenti modelli di vita, alla fine sceglie l’etica scomoda del nonno: dare una mano a chi è in difficoltà nei mari della vita, anche a costo di rischiare la propria.
In Nuovomondo, Crialese aveva messo su una nave i siciliani poveri e disperati di inizio ‘900,  costretti ad emigrare sperando di essere accolti tra le braccia della Statua della Libertà: ora siamo noi italiani gli spettatori del dramma che vede nel nostro mare gli uomini neri per fuggire a guerre, dittature e miseria.
Terraferma, malgrado la lieve pecca di una recitazione talvolta un po’ macchiettistica, con una splendida fotografia e con scene che si imprimono nel nostro cuore, è un film da non perdere.
A cui augurare buona fortuna, nella notte degli Oscar.


3 commenti:

  1. Che bella segnalazione,mi fa venire voglis di andarlo a vedere al cinema.

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  2. L'ho visto pochi giorni fa, su invito di una personcina speciale che ringrazio, perchè è un film, come ben dici, da non perdere. Le scene dei poveri naufraghi sono davvero strazianti, se pensiamo che si tratta di cruda realtà. Spero davvero che tutti i "mari da solcare" possano portare ad una solida e sicura "terraferma". Ciao.

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  3. @Costantino: grazie dell'attenzione! Ti consiglio vivamente il film: vale la spesa del biglietto!
    @Doctor Peter: sono contenta che anche a te il film sia piaciuto. Grazie per aver "legato" il nome del mio blog al film: amo i tuoi giochi di parole!

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