domenica 11 marzo 2012

Ciao, mami


Carissima mami,

 - Chi sente più freddo, tu o il cagnolino? – chiedevi alla ragazzina che teneva la bestiola tra la giacchetta e il suo petto, mentre in quel ventoso martedì di marzo ti fermavi per strada, affannata, percorrendo gli ultimi passi verso lo studio medico che avrebbe diagnosticato l'infarto mortale.
 Già, il freddo...  Tu e io lo pativamo un casino. Ma il nostro era anche un freddo interiore. Incurabile con le coperte.
Un po’, mi sei sempre mancata. Quando ero bambina, eri sempre al lavoro, all’ufficio postale. A casa, la sera, avevi mille cose da fare. Avevi pensieri nascosti, desideri abbozzati, troppi dolori... Non riuscivo a toccarti e a farmi toccare. Avrei dato chissà cosa per vederti sorridere. Ti avrei voluto diversa:  in salute, allegra, “leggera”.
Quando papà è morto, ho cominciato a considerarti mia figlia. Ero in pena per te, sola in una casa ormai troppo grande. Temevo che morissi di notte, all’improvviso. Sarei voluta stare al tuo fianco, come se tu fossi stata la mia piccolina di cui ascoltavo il respiro, vicino alla culla. Ero in pena per il caldo che ti opprimeva d'estate … quando il vento soffiava forte d'inverno e il suo ululato insinuante  ti metteva paura … per la bestia cattiva della glicemia che ti faceva soffrire.
Certo, eravamo diverse: tu ricca di senso pratico e coi piedi per terra, io sognatrice e vogliosa di cambiare il mondo; tu coraggiosa e decisa, io incerta su tutto; tu immediata e sincera a costo di apparire dura e persino brutale, io, che glissavo e mediavo all'inverosimile.
Ma chi può dire com'eri veramente? Forse ti tenevo  in prigione nell'idea che di te mi ero fatta e da quella gabbia invisibile non ti facevo fuggire.
Quando te ne sei andata, ho scoperto che la tua sicurezza non era poi così granitica: le tue tante lettere mi hanno fatto capire che parlare con qualcuno era per te un'urgenza dolorosa, un bisogno quasi spasmodico. La tua solitudine non scelta cercava disperatamente di essere consolata.
Non eravamo poi così diverse: la tua voglia di comunicare, il tuo amore per i libri, la tua voglia di ascoltare, la tua curiosità di capire – che tenera quando mi hai chiesto chi fossero i gay e i transessuali -  i tuoi giudizi azzeccati, la tua autonomia di giudizio … tutto questo forse ci legava più di quanto io immaginassi e sperassi.
Eppure non ti ho mai parlato di me: un inconfessato pudore me lo ha impedito ...  ti escludevo dal mio mondo perchè temevo di non essere capita. E perché non volevo farti soffrire.
Mi manchi. Mi manca la tua voce.
Mi manca il sugo di pomodoro, che con rara perizia preparavi d'estate.
Mi manca lo scambio continuo di sacchetti tra la tua casa e la mia: provviste per me, barattoli vuoti per te. In un ciclo che speravo non avesse mai fine.
Mi mancano le piccole, innumerevoli cure che avevi per me e i bambini
Mi mancano i tuoi rammendi amorevoli. Che lenivano non solo le lacerazioni dei tessuti, ma anche le mie ferite interiori. E rattoppavano le maglie slegate dei miei pensieri, nutrendo il mio bisogno d'affetto.
Non c'eri, ma c'eri. Ora porto con me la fatica di dover essere madre ogni giorno, senza essermi potuta saziare di essere figlia.
A volte la sera ti penso. Ti penso sigillata per sempre nella tomba del nonno, con l'angioletto che tende le mani al cielo. Non riesco a capire che senso abbia  il tutto.
Una cosa mi hai trasmesso, con convinzione: "il pollice verde".
In quel fazzoletto del nostro balcone, da bambina osservavo con quanta sapienza curavi le piante. Così ho imparato ad amarle. E ho continuato a curarle, anche quando sono rimasta da sola.
Ho una speranza segreta: che tu sia stata portata in un'altra terra, in un altro bel posto, e che adesso possa godere di un’altra luce. E di altro calore. Che tu, almeno tu, non senta più freddo.

13 commenti:

  1. un abbraccio virtuale ma sincero !!!

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  2. Cara Mari ..mi spiace tanto. Dopo una perdita così grande credo che il lato più oscuro e difficile d'affrontare sia proprio la lontananza insieme al ricordo. Devasta e uccide l'anima.
    L'augurio che possiamo farci in questi casi è che davvero loro adesso stanno in pace, che siano tutti insieme in un posto migliore...più caldo e più sereno.
    Un abbraccio forte Mari.

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  3. Diventiamo figli sempre un po' dopo... Ti ha amata tanto. E tu l'hai ricambiata pienamente, semplicemente esistendo.

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  4. Hai tantissimi ricordi meravigliosi di lei, per tenerla in vita non devi far altro che pensarci, e sarà sempre accanto a te :-)

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  5. Solo un abbraccio, ma dentro c'è tutto quello che non riesco a dire.
    Ciao.

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  6. non c'è perdita più dolorosa di quella di una madre e l'unica consolazione può essere solo la speranza di rivederla un giorno!!!
    Un abbraccio

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  7. ..non mi permetto di aggiungere altro alle tue parole perfette così! ti ringrazio di aver condiviso il tuo pensiero con noi!...io ne sono ancora gelosa!_mArì

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  8. Cara Mari, ho letto il tuo post quando lo avevi appena pubblicato ma non avevo un commento adeguato. Non ce l'ho neppure adesso però volevo farti giungere un caldissimo affettuoso abbraccio: avete avuto un rapporto meraviglioso e profondo e questo non ve lo toglierà nemmeno il tempo che passa. Ciao

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  9. ecco invece un altro post ad una donna, quella più importante per la tua vita. Mi hai fatto commuovere con le tue parole, in molte cose mi sono ritrovata nelle tue parole. Le mamme che ci sono anche quando non ci sono, anche quando pensiamo di non poterci aprire con loro, non poterci confidare, in effetti loro non chiedono ma ci conoscono molto bene e lasciano parlare i loro gesti d'amore. Anche mia madre soffre di glicemia, fa l'insulina ed ha quasi completamenete perso la vista eppure fa ogni anno la salsa di pomodoro, quando la vado a trovare mi riempie di provviste in cambio di... barattoli vuoti, quando ero piccola lavorava anche lei ed io sola in casa interi pomeriggi la aspettavo in cerca di un abbraccio al suo ritorno, ma poi lei aveva tanto da fare ed ora quanto capisco la sua stanchezza ed il suo immenso amore per noi figlie.
    ciao, grazie per la condivisione di queste emozioni così personali e profonde

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  10. Io la mamma, come figura e non solo, la metto per seconda solo dopo il Cielo che l'ha creata. Ma in quel Cielo la identifico, perchè lei ha messo al mondo me. Un concetto di trinità tutto personale, che va aldilà dell'educazione religiosa. Nelle tue parole, questa magia c'è tutta, si riconferma a testimonianza della nostra stessa esistenza, che negli affetti affonda le sue radici più robuste. Madre. Madre della madre. Madre della madre della madre... Grazie per la condivisione, Maruzza, perla preziosa di questa collana.

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  11. Cari/e Valerio, Charmless, Tra cenere e terra, Vele, Gattonero, Luigi, Giallosanmarino, Anthea, Rita, DOC: ringrazio tutte/i in un unico abbraccio virtuale. Che, come sottolinea Valerio, non è meno sincero di uno reale. La vostra presenza nel web mi riscalda. Esiste davvero una misteriosa Essenza spirituale. E si manifesta anche attraverso la luce calda che i vostri pensieri affettuosi hanno acceso nella mia anima. Buona giornata a tutte/i.

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  12. Leggo solo adesso e ti abbraccio, anche se la consolazione virtuale è sempre poca cosa, ti abbraccio

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  13. Ciao, Stanza. Grazie della tua affettuosa presenza virtuale. Buona domenica!

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