giovedì 9 maggio 2024

Votare o non votare? Cosa votare?

       Oggi pomeriggio, a Palermo, alla Casa dell’Equità e della bellezza alcune persone si sono interrogate sul voto alle prossime elezioni europee. Ne è venuto fuori un confronto autentico, appassionato e costruttivo su candidati, programmi, legge elettorale, quorum e meccanismi di voto. 
    Nell’Italia odierna che sfiora il 50% di astensionisti, che un gruppo di persone senta l’esigenza di parlare di politica e discutere di programmi e di liste magari potrebbe fare notizia… Certamente chi ritiene riduttivo e manchevole il sistema democratico bollerà come ingenui e illusi coloro che andranno a votare, e i partecipanti a detta riunione tra questi. Ma qual è l’alternativa costruttiva al non voto? Come cercare di dare il proprio contributo in una società complessa? Quale futuro per l’Europa? 
     Grazie oggi, allora, a Schumann, Moro e Peppino Impastato che avevano buone idee politiche: in particolare a Moro e Peppino che hanno pagato con la vita il loro impegno.
Maria D’Asaro


R. Schuman



6 commenti:

  1. Il non votare lo prenderei in considerazione se divenisse fenomeno di protesta pesantissimo. Se fosse propagandato come unica chiave di volta per scardinare un sitema ormai bacato (Genova, ma non solo, testimonia il livello davvero infimo del fare politica oggi). Se non votase un buon 80% riusciremmo probabilmente a far saltare tutto. Ma non accadrà. Si arriverà forse a quello che verrà condiderato un fisiologico 50% e toccherà andare a votare per almeno arginare la deriva di destra.

    RispondiElimina
  2. @Franco: Caro Franco, sono d'accordo. Al non voto, che capisco ma non condivido, manca la pars costruens. E sono d'accordo sul resto... Buona giornata.

    RispondiElimina
  3. Non credo in un non voto di tipo costruttivo. Credo, piuttosto, nella necessità della partecipazione. Ognuno di noi, se ha un patrimonio di ideali, può contribuire con la propria azione, a render migliore la parte politica che più ritiene idonea a governare in un determinato contesto. Occorre star dentro la politica se la si vuol davvero cambiare. Una critica limitata alla "pars destruens" rischia di restare solo fine a s'è stessa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Fabio: grazie per il suo gentile commento, che sottoscrivo. Buona giornata.

      Elimina
  4. Votare? E a chi dovrei dare il mio voto? In questo paese le persone preparate e competenti, purtroppo, non si candidano perchè, poi, dovrebbero scendere a compromessi con i peggiori. La classe politica italiana è tra le più corrotte al mondo. Sono anni che non voto più

    RispondiElimina
  5. @Pino: innanzitutto grazie della visita e dell'accorato commento. Comprendo la sua amarezza e il suo disamore. A mio sommesso avviso però il fatto che per sfiducia tante persone non votano più (magari proprio le persone più sensibili e oneste come lei) fa sì che vadano al potere i meno competenti e più corrotti, magari votati senza coscienza da una minoranza. Il fatto che le elezioni siano valide anche se votano solo la metà degli aventi diritto è un 'vulnus' del sistema democratico.

    RispondiElimina