venerdì 21 marzo 2025

La follia della guerra rende folli: elogio della ragione e della diserzione

Pieter Bruegel, il vecchio: Il trionfo della morte (El Prado, Madrid)
      "Sono i governi a decidere le guerre, gli stati maggiori degli eserciti a pianificarle, i media a farne la propaganda, i produttori di armamenti a fornirne gli strumenti e guadagnarne, ma sono ancora - nonostante i droni killer, l'intelligenza artificiale, i killer robot - i soldati ad essere mandati sul terreno a fare il lavoro sporco. Sono ancora gli esseri umani, uomini e donne, coloro a cui è chiesto di sospendere ogni inibizione morale e trasformarsi repentinamente - ma, pro tempore, s'intende - in spietati assassini e criminali sui campi di battaglia. Lo spiegava già Erasmo da Rotterdam: "Se ti ripugna il brigantaggio, è la guerra che lo insegna; se aborrisci il fratricidio, è in guerra che lo si impara. (...) Se giudichi peggior condizione per uno stato quella in cui i peggiori prevalgono, la guerra è il regno dei più scellerati" (Il lamento della pace, SE, 2014).
Oltre le tante immagini euforiche di soldati israeliani impegnati nel genocidio di Gaza postate sui social – come quelle del soldato dell'IDF (Israel Defence Force)denunciato in Brasile, dove si trovava in vacanza, per crimini di guerra – molte donne e uomini che hanno partecipato alla mattanza dei palestinesi non sono sopravvissuti alla propria coscienza: migliaia di essi sono in cura per sindrome post traumatica da stress... (continua qui)

Pasquale Pugliese, 9.1.25 (dal suo blog, qui)

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