Talvolta due tra le più grandi passioni della mia vita – alberi e libri – entrano in competizione: è noto che i libri si fanno con la carta e che la carta ci viene donata dai nostri preziosi fratelli alberi. Alla visione di un nuovo libro, mi sorge subito la domanda: “Era necessario abbattere un albero per stamparlo?” Non sempre la risposta è affermativa.
Nel caso dell’agile libretto “La mafia spiegata ai turisti” (Di Girolamo, Trapani, 2008, pp. 54, euro 5.90, edito anche in lingua inglese, tedesca, francese, spagnola e giapponese) credo che il sacrificio di qualche albero sia stato opportuno. In esso, infatti, lo studioso e pubblicista Augusto Cavadi ha ben pensato di fornire risposte sintetiche alle domande più ricorrenti che un turista attento e curioso fa, o farebbe, una volta venuto in Sicilia. Alle tre FAQ principali sul fenomeno mafioso (“Di che si tratta? C’è sempre stata? Ci sarà per sempre?”) sono infatti dedicati i tre capitoletti del libro/pocket, nei quali l’autore offre un quadro chiaro ed esauriente del fenomeno mafioso, sgombrando pregiudizi e luoghi comuni duri a morire non solo nel visitatore di passaggio, ma - come si legge nell’introduzione - anche in tanti italiani e siciliani, “muniti di laurea o addirittura operanti nel campo sociale”.
Il libro è completato da una rassegna bibliografica e cinematografica sintetica ed essenziale ed è ed arricchito da tre utili schede: la prima, sulla storia emblematica di Giuseppe “Peppino” Impastato, il giovane uomo di Cinisi che ha avuto il coraggio di rompere con la tradizione mafiosa della sua famiglia ed è stato assassinato il 9 maggio ‘78 per le puntuali e lucide denunce sui mafiosi e sui loro affari; la seconda, un’analisi ragionata del passaggio di Peppino Impastato da protagonista di una storia quasi privata e solo siciliana, raccontata da sua madre e da uno degli amici e compagni più cari, a protagonista di “Cento passi”, film dalle molte luci e con qualche ombra, che ha avuto comunque il merito di fare conoscere Peppino a un pubblico più vasto; la terza, sul Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato", primo centro studi sulla mafia sorto in Italia, fondato nel 1977 dallo studioso Umberto Santino, al quale - inseparabilmente dagli altri soci del Centro - l’autore tributa una sincera riconoscenza: “senza il loro impegno intellettuale e senza la loro tensione etica (…) sarei rimasto ad un livello di conoscenza superficiale del fenomeno mafioso e questo libretto non avrebbe mai visto la luce”.
Maria D'Asaro (pubblicata nella rivista: "Turismo in Sicilia", n.13/maggio 2008, pag.31)
Nel caso dell’agile libretto “La mafia spiegata ai turisti” (Di Girolamo, Trapani, 2008, pp. 54, euro 5.90, edito anche in lingua inglese, tedesca, francese, spagnola e giapponese) credo che il sacrificio di qualche albero sia stato opportuno. In esso, infatti, lo studioso e pubblicista Augusto Cavadi ha ben pensato di fornire risposte sintetiche alle domande più ricorrenti che un turista attento e curioso fa, o farebbe, una volta venuto in Sicilia. Alle tre FAQ principali sul fenomeno mafioso (“Di che si tratta? C’è sempre stata? Ci sarà per sempre?”) sono infatti dedicati i tre capitoletti del libro/pocket, nei quali l’autore offre un quadro chiaro ed esauriente del fenomeno mafioso, sgombrando pregiudizi e luoghi comuni duri a morire non solo nel visitatore di passaggio, ma - come si legge nell’introduzione - anche in tanti italiani e siciliani, “muniti di laurea o addirittura operanti nel campo sociale”.
Il libro è completato da una rassegna bibliografica e cinematografica sintetica ed essenziale ed è ed arricchito da tre utili schede: la prima, sulla storia emblematica di Giuseppe “Peppino” Impastato, il giovane uomo di Cinisi che ha avuto il coraggio di rompere con la tradizione mafiosa della sua famiglia ed è stato assassinato il 9 maggio ‘78 per le puntuali e lucide denunce sui mafiosi e sui loro affari; la seconda, un’analisi ragionata del passaggio di Peppino Impastato da protagonista di una storia quasi privata e solo siciliana, raccontata da sua madre e da uno degli amici e compagni più cari, a protagonista di “Cento passi”, film dalle molte luci e con qualche ombra, che ha avuto comunque il merito di fare conoscere Peppino a un pubblico più vasto; la terza, sul Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato", primo centro studi sulla mafia sorto in Italia, fondato nel 1977 dallo studioso Umberto Santino, al quale - inseparabilmente dagli altri soci del Centro - l’autore tributa una sincera riconoscenza: “senza il loro impegno intellettuale e senza la loro tensione etica (…) sarei rimasto ad un livello di conoscenza superficiale del fenomeno mafioso e questo libretto non avrebbe mai visto la luce”.
Maria D'Asaro (pubblicata nella rivista: "Turismo in Sicilia", n.13/maggio 2008, pag.31)
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