"Uguali, ma non per fare le stesse scempiaggini e soperchierie!", ci ammoniva anni fa - con espressione piu' rozza - una vignetta del glorioso e rimpianto settimanale satirico "Cuore" .L'amara attualita' della vignetta e' confermata da tanti dati: a scuola si registra uno sconcertante aumento di bulli, ma anche di "bullette"; in politica, nel mondo del lavoro, nell'esercito le donne in carriera sono spesso belle copie del cinico, duro e rampante modello maschile. E intanto i canoni pubblicitari continuano a rimandarci un'immagine di donna che va in estasi se trova l'ammorbidente piu' profumato e permette che il suo corpo seducente venga accostato alla sagoma di un'inquinante automobile perche' il cliente maschio, confuso nei suoi molteplici desideri di possesso, sia invogliato a comprarla.Uguali, dunque. Ma - complice anche l'aria pesante di destra che tira -quando c'e', si tratta quasi sempre di un'uguaglianza al ribasso. Dopo la necessaria e radicale stagione delle rivendicazioni degli anni '60 e '70 e il nulla odierno popolato da "veline" e da un nugolo sempre crescente di aspiranti al palcoscenico di "Amici" o del "Grande fratello", noi donne abbiamo bisogno di un colpo d'ala. Di sognare un orizzonte in cui uomini e donne insieme inventino e sperimentino nuovi stili di vita: piu' dolci, piu 'lenti, piu' profondi, nonviolenti ed ecologicamente orientati.La mia speranza e' che, rifiutando mimose sciaguratamente scempiate,riusciamo a inventare insieme nuovi, piu' attraenti e colorati, paradigmi esistenziali, culturali, socio-economici. Con l'altra meta' del cielo protagonista di una inedita joint-venture tra uomini e donne ricchi d icreativita' e di buona volonta'. In cui le donne, grazie anche al loro maggiore bagaglio di sofferenza che ne ha accresciuto la sensibilita', facciano da avanguardia e da lievito. Evitando, se possibile, di ripetere laStoria coniugata al maschile: monotona, triste, violenta. Gia' vista.
(Supplemento giornale telematicode "La nonviolenza e' in cammino": n. 163 del 7 marzo 2009)
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