(...) Mentre ascoltava quella loro musica, si chiese quando era successo. Quando avesse cominciato a tradirla. Quando si fosse stufato della musica comune, di una sintonia e di una complicità vissute come logore, consunte, insufficienti. Se lo chiese in silenzio, senza rancore, con dolcezza. Come quando ci si rivolge amabilmente a un bambino che piange perchè gli è scoppiato il palloncino azzurro, dopo la festa. Si chiese che musica cercasse in V., J., F., S., D., L. .... Nel caleidoscopio di volti nei quali, ora, disperatamente anelava a nuovi rispecchiamenti.
E si disse che sicuramente c'era l'intervento di nuove Muse. Muse inquietanti, impenetrabili, che giocavano a escluderla. Eppure era certa di conoscerle, queste Muse. Di averle, una volta, incontrate. E pensò che poteva anche, domani, guardarle negli occhi. Senza averne paura. La musica, la loro musica, l'avrebbe protetta e cullata. (...)
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