"Pensare il nemico - tentando di comprendere il suo punto di vista, cercando di immaginare che cosa prova nei nostri confronti - è la via per riconoscerne l’esistenza. La guerra, la violenza, il fondamentalismo negano il nemico come persona, con la sua irripetibile individualità, lo relegano nell’anonimato della cosa, senza volto, come fosse una massa indistinta. “Resuscitare la persona dentro l’armatura”, da entrambe le parti in lotta, alternativamente in attacco e in difesa, è l’unico spiraglio per un possibile futuro di pace.
Questo il messaggio di un intervento dal titolo Con gli occhi del nemico (2006), elaborato da David Grossman, lo scrittore israeliano che ha pagato di persona il prezzo del conflitto in medio oriente, perdendo il figlio Uri nella guerra contro Hezbollah.
Da sempre impegnato nella ricerca di possibili strade di pace, è tra le voci più autorevoli che abbiamo letto e ascoltato in questi terribili giorni... "(continua qui, nell'imperdibile blog di Gian Maria, Rosario e Rossana. Ringrazio in particolare Rossana per questo post)
Grazie, Maria, per le tue parole. E' veramente un'ora buia, come ha detto ieri papa Francesco. L'ascolto di voci profetiche (penso anche alla grande fiaccolata di Firenze, promossa da padre Bernardo Gianni, figura che noi ammiriamo molto) è sempre più urgente. Affinché la notte non avanzi...
RispondiEliminaLascerei ai bambini la scelta del futuro: vivere e giocare o uccidere dilaniandosi?
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