Palermo – Attratta da una mostra allestita per il centenario della morte del pittore valenciano Joaquin Sorolla, per la scrivente la città di Valencia si è rivelata una scoperta, attraente e godibile sotto ogni aspetto.
La capitale valenciana, che si affaccia sul Mediterraneo lungo la costa centro-orientale del paese, è innanzitutto una città a misura di … donna: è ben collegata con il vicino aeroporto e numerose metropolitane attraversano in lungo e largo la città, in sinergia con i bus, permettendo ai turisti di muoversi agevolmente e di arrivare anche nelle zone meno vicine al Centro storico.
I prezzi dei trasporti urbani sono poi a portata di tutte le tasche: la scrivente si è recata a Valencia a settembre in un giorno in cui, in occasione della settimana europea della mobilità sostenibile, i trasporti pubblici erano gratuiti (389 le città spagnole aderenti all’iniziativa, a fronte delle 91 italiane), mentre nei tre giorni successivi ha fruito di una ‘tarjeta’ (scheda) turistica dal costo di €22,50, che le ha consentito di utilizzare tutti i mezzi pubblici e di usufruire dell’entrata gratis o con biglietto ridotto nei musei, nelle chiese e in altri luoghi turistici.
A livello artistico e architettonico, la bellezza del centro storico valenziano eguaglia in bellezza quello madrileno. Innanzitutto, a Plaza del Mercado c’è la Lonja de la Seda, dal 1996 patrimonio dell’umanità: la Loggia della Seta o Loggia dei Mercanti è un complesso monumentale storico-artistico in stile gotico valenzano con decorazioni rinascimentali, costruito alla fine del XV secolo come luogo di raduno commerciale dei mercanti, segno della prosperità commerciale della città in quel periodo.
La Sala de Contratación, dove i mercanti si riunivano per vendere e firmare i contratti per le grosse partite di merce, è l’ambiente architettonicamente più prezioso, con un tetto formato da volte sostenute da quattro file di colonne elicoidali slanciate che terminano nel soffitto. Le colonne dividono la sala in tre settori longitudinali pavimentati con intarsi marmorei. L'edificio è stato pensato come un tempio al commercio e il suo interno rappresenta un'allegoria del Paradiso, con le colonne che rappresentano le palme e le cupole simboleggiano la volta celeste. Una scritta in banda blu e lettere d’oro, lungo le quattro pareti della sala, inneggia alla necessaria unità tra etica ed economia.
Vicino alla Loggia della Seta vale la pena visitare il Mercado Central - oggi uno dei maggiori mercati di prodotti freschi d’Europa - e il Mercado de Colòn, costruiti nei primi decenni del 1900, esempi del ‘modernismo valenciano’, vicino all’Art Nouveau, o stile Liberty.
Sorta nel XIII secolo in stile gotico valenciano sull'antica moschea di Balansiya, c’è poi da visitare la Cattedrale, sulla cui parete di fondo si trova il retablo, grande pala d’altare costituita da un'opera scultorea in alabastro, con scene dell'Antico Testamento nella parte inferiore e del Nuovo Testamento nella superiore. Sopra il retablo si trova una bella vetrata, al centro della quale c'è la raffigurazione del Santo Calice. Proprio in una suggestiva cappella della Cattedrale, è infatti custodito un calice ritenuto per tradizione il santo Graal, vale a dire la coppa con cui Gesù avrebbe celebrato l’Ultima cena.
Da fare senz’altro i 207 scalini che portano alla sommità del campanile della Cattedrale, detto Micalet (diminutivo del nome della campana principale, Miquel), uno dei simboli della città, da cui si gode uno splendido panorama.
Da visitare anche, se possibile, la Basilica della Vergine degli Abbandonati, che si trova in Plaza de la Virgen, e le chiese di san Giovanni dell’Ospedale, il più antico edificio di culto cattolico, e di san Nicola di Bari e di san Pietro martire.
Meritano di essere viste poi le imponenti Torri dels Serrans e le Torres de Quarts: le uniche porte della città rimaste dopo l’abbattimento delle mura nel 1865.
Un’altra meraviglia di Valencia è il Giardino del Turia, il più vasto giardino urbano della Spagna: un parco di ben 110 ettari realizzato nel 1986 nel letto del fiume Turia, prosciugato e deviato fuori dai suoi confini cittadini per evitare ulteriori alluvioni, dopo quella disastrosa dell’ottobre del 1957 che causò molte vittime e gravi danni.
Oltre a svariati parchi e campi sportivi, il giardino del Turia ospita anche la straordinaria Ciutat de les Arts i les Ciències (Città delle Arti e delle Scienze), progettata nel 1996 dagli architetti Felix Candela (che ideò solo l’Oceanografic perchè morì l’anno dopo) e Santiago Calatrava, che ha legato il suo nome all’opera.
Vasta circa 350.000 mq, la Ciutat de les Arts i les Ciències è un esempio felice di architettura organica d’avanguardia: la bellezza mediterranea del mare e della luce traspare dal gioco di colori tra l'azzurro dei laghetti e il bianco, l’acciaio e il vetro degli edifici, dalla forma originale e suggestiva.
Ne fanno parte: il Palau de les Arts Reina Sofia, che ospita e promuove le arti sceniche; l’Hemisfèric, la cui forma ricorda un gigantesco occhio umano, che ospita al suo interno uno schermo di quasi 900 mq che offre proiezioni cinematografiche in formato IMAX; l’Umbracle, la cui parte superiore è costituita da un giardino alberato che contiene una grande varietà di piante e alberi, mentre nella parte inferiore vi è un grande parcheggio a due piani; il Museo de las Ciencias Principe Felipe, la cui forma ricorda lo scheletro di un enorme dinosauro, attraente museo scientifico interattivo suddiviso in tre piani di circa 8.000 mq ciascuno; il museo va bene per visitatori di tutte le età e di ogni grado di cultura; l’Oceanografic, uno dei più grandi acquari d’Europa; il Pont de l’Assut de l’Or, il cui pilone è il punto più alto della città; l’Agora, una piazza coperta dove si realizzano convegni ed eventi sportivi.
Valencia è anche ricca di musei: vale la pena visitare almeno il Museo delle Belle Arti che - oltre ad ospitare 46 dipinti di Sorolla in una mostra temporanea per il centenario della sua morte - costituisce una delle più importanti pinacoteche spagnole.
La città condivide poi con Madrid la buona cucina: pochi sanno che la tradizionale paella è nata proprio a Valencia (dove, anziché a base di pesce, è a base di carne, con pollo, coniglio, costine di maiale e le immancabili verdure); da qui, a partire dal XIX secolo, si è diffusa in tutta la Spagna.
In più Valencia ha l’azzurro magnifico del Mediterraneo: fa bene ai polmoni e all’anima passeggiare lungo gli oltre 20 km di costa, tra playa de la Malvarrosa e playa El Cabañal.
Gemellata con Palermo dal 2000, la scrivente si augura allora che per quantità di verde, sistema dei trasporti, pulizia urbana, gestione dei servizi, la capitale siciliana prenda esempio dalla sua gemella spagnola…
Maria D'Asaro, il Punto Quotidiano, 22.10.23
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