domenica 20 febbraio 2011

DUE MAROCCHINI


dal quotidiano on line: LiveSicilia
(l'articolo è del mio amico Francesco Palazzo. Io lo avrei scritto più o meno così)
Due marocchini
Una ventenne giovane marocchina, abitante in Sicilia, può finire miracolosamente alla corte del lusso più sfrenato. Può anche capitarle di venire liberata alla velocità della luce da una questura dopo essere stata fermata per un furto. Un ventenne giovane marocchino, abitante in Sicilia, pur non avendo commesso alcun reato, essendo anzi in regola con la licenza di venditore ambulante, va al rogo. Boccette pregiate di profumo date in mano con troppa facilità alla prima, una volgare bottiglia di plastica piena di benzina per il secondo. Che nessuno ha potuto, o forse voluto, come dicono i parenti, togliergli dalle mani. Il potere dà e il potere toglie. Niente di più, niente di meno. Non ha importanza se hai rispettato le leggi o se sei un delinquente. Sapete come si dice. Per gli amici, o le amiche, le leggi si interpretano, per i nemici si applicano senza sconti. Poi i processi e le indagini ci diranno delle responsabilità dei singoli. Intanto, sui due giovani, sul loro destino diverso e parallelo, questo possiamo dire. E lo diciamo.
(Francesco Palazzo, domenica 20 febbraio 2011)

5 commenti:

  1. Il destino li accomunava finchè non sono capitati in una certa Italia, capace anche di questo. A tali orrori non mi ci abituerò mai.

    RispondiElimina
  2. @valerio e dr.Peter: Il fatto è accaduto a 4 Km. da casa mia. Il ragazzo è rimasto sospeso tra la vita e la morte per alcuni giorni. E' morto sabato pomeriggio. Sono triste come palermitana, come madre, come cittadina italiana. Come partecipe della stessa umanità di Noureddine Adnane: "morto dopo 8 giorni di agonia, secondo di otto figli, a 27 anni con il suo carretto pieno di cappellini, giocattoli, torce, accendini, gingilli vari, col suo lavoro faceva vivere la moglie e la figlia di due anni rimaste in Marocco, nel villaggio non lontano da Casablanca, ma anche i fratelli minori. La sua morte è il sogno spezzato di un'intera famiglia che sperava un giorno di trasferirsi in Italia e fare una vita meno povera. È tutto finito ora per il tragico gesto di protesta di un lavoratore, bistrattato come tutti gli ambulanti legali o illegali che siano, che non ha sopportato il dikat dei vigili urbani di Palermo: avendo tutto in regola gli hanno detto «Sei da troppo tempo fermo, qui devi circolare».

    RispondiElimina
  3. Anch'io mi sento triste, come italiana e come coetanea di questo ragazzo che è venuto qui con la speranza di una vita migliore, e per mantenere la sua famiglia. Nessuna tolleranza per chi ha permesso la sua tragica fine.

    RispondiElimina
  4. @Vele Ivy: grazie della tua attenzione.
    Speriamo di fare la nostra piccola parte per la costruzione di una società più solidale e giusta.

    RispondiElimina